All’interno dell’edizione 2018 di Terre di mezzo” dedicata al tema della passione, sabato 7 aprile si è svolto il secondo incontro sulla la figura di Tina Anselmi, presentando un suo libro, Storia di una passione politica, curato da Anna Vinci.
Presente all’incontro coordinato da Francesco Torriani, Margherita Miotto, parlamentare fino alla scorsa legislatura, veneta, che ha conosciuto Tina e ne ha tracciato il profilo, offrendo allo stesso tempo “ragionamenti e argomenti politici” legati all’attualità e spunti per nuovi processi da innescare.
Passione politica. Tina Anselmi è stata una donna dalla schiena dritta, grande statista, giovanissima staffetta partigiana, che interpellata dal momento ha cercato modi concreti per esserci, per dare un contributo. Ma non si è fermata, si è spesa per il bene del nostro Paese, con un’azione politica ragionata e consapevole, dentro il modello costituzionale, con concrete e coerenti opere. Prima donna ministro della nostra repubblica, hanno la sua firma importanti riforme, dalla chiusura dei manicomi alla riforma sanitaria pubblica. Presidente della “scottante” commissione di inchiesta sulla P2, con i forti intrecci di potere di ogni genere, ancora opachi e latenti, nonostante le indicazioni e le questioni sollevate dall’inchiesta stessa. Una lezione, quella di Tina Anselmi che combatte l’indifferenza, chiede impegno soprattutto alle donne, incita a non limitarsi a guardare, e affronta fino alla fine quello che le viene messo davanti, anche pagando di persona.
Protagonisti. Margherita Miotto ha sottolineato che questo esempio oggi richiama la necessità di un pensiero politico, perché se finisce la politica o si riduce a sondaggi da inseguire, finisce la democrazia. E’ necessario coltivare il pensiero e rendersi protagonisti di un confronto che sappia dire e proporre qualcosa di diverso, che abbia l’ambizione di dare un indirizzo alla storia. Un modello alternativo a quello individualista che sembra aver vinto, un’azione capace di pensare in chiave comunitaria e solidaristica fino in fondo. E’ possibile pensare in termini di comunità solidale, è possibile offrire proposte credibili che non siano solo in chiave populista: manca il coraggio più che le strade concrete per attuarle. Al centro dell’azione politica devono rimanere i diritti fondamentali, giustizia e uguaglianza, e possono essere fatte scelte capaci di declinazioni possibili in questo senso. Il cattolicesimo democratico ha in questo senso istanze e proposte concrete ancora valide e alternative da offrire.
Democrazia. Un pomeriggio che aiuta a riconciliarsi con la politica, che sa esprimere, ancora, pensieri lucidi e alti, con idealità e azioni concrete. Tina Anselmi forse insegna proprio a non spegnere quella passione, quella idealità, di continuare a coltivarla, proprio perché “la democrazia è un bene delicato, fragile, deperibile, una pianta che attecchisce solo in certi terreni, precedentemente concimati, attraverso la responsabilità di tutto un popolo”.
LG