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      Home » Una canzone celebra i 65 anni di Avis Fano
      Fano

      Una canzone celebra i 65 anni di Avis Fano

      RedazioneDi RedazioneNessun commento3 minuti di lettura
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      Una canzone  per sensibilizzare i giovani sul tema delle donazioni di sangue. Questa l’idea di alcuni studenti dell’Istituto Olivetti che, rapiti dal sacro fuoco della musica e animati da una vera e propria pressione sonora, si sono cimentati nella composizione di un pezzo a tema per esaltare i valori positivi e solidali dell’Avis, in occasione della cerimonia per il  65° anniversario della sezione di Fano. Autori ed interpreti  del testo sono state due studenti Federico Maravigna della 3 B e Vittorio Mascitti della 5B. La voce femminile, dalle calde tonalità soul, è di Veriana Bamba della 4C.  Tutto il progetto è stato coordinato dalla professoressa Anna Maria Ucci, che ha semplicemente dato il via all’energia  vitale che ha avvolto tutto il percorso.

       

      Soldarietà. “Il testo che abbiamo composto e cantato – spiegano Federico e Vittorio – è costituito da due parti: la prima più melodica che sottolinea sia nell’armonia che nei testi il valore del dono gratuito di chi comprende il dolore dell’altro ed è solidale con lui. Infatti “non tutti nascono avendo fortuna.. ed io che vedo posso dar luce ad un faro già spento” ed è per questo che “ti aiuterò e ti donerò quello che ho…”. Abbiamo così voluto esaltare – sottolineano Federico e Vittorio –  l’idea del dono senza nulla in cambio tipica di chi dona il sangue o vive un gesto di solidarietà con chi è in difficoltà. La seconda parte, espressa attraverso lo stile rap, vuole comunicare emozioni forti quasi mettendo in rima i sentimenti come una vera e propria poesia  di  strada. Molto interessanti sono le metafore e le similitudini che vengono usate nel rap, tipiche di tante poesie che studiamo: abbiamo voluto riportarne alcune come “Suono l’organo del cuore nel giardino dell’amore”.

       

      Salvare una vita. Nella  seconda parte del testo abbiamo voluto gridare  che in questo mondo con zero certezze rimane l’unica cosa vera, la solidarietà: “siamo tutti figli della stessa terra/ se vuoi una mano stringila  se vuoi una mano eccola/se hai bisogno di un abbraccio sai che c’è/ se vuoi un bacio e non puoi farlo e sei lontano/ sarò  lì con te” . Le due parti – concludono Francesco e Vittorio sono unite dal ritornello che sottolinea che bisogna essere diversi dalla massa egoista e menefreghista  e che solo così si diventerà importanti, non nel senso consumistico del termine ma perchè capaci di salvare una vita”.

       

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