URBINO – La nostra Urbino ha un cuore segreto e discreto ma sempre pulsante: proprio lungo via Saffi, l’arteria con la maggiore concentrazione di edifici dell’Ateneo e per cui passano ogni giorno fiumane di ragazzi, c’è la piccola chiesa del Monastero delle Agostiniane, intitolata a S. Caterina d’Alessandria, patrona degli studenti universitari. Questa Santa, vergine e martire del III-IV secolo, oggigiorno è abbastanza sconosciuta a dispetto della notevole diffusione del culto e della venerazione che le furono tributati nel passato, e della sua presenza ricorrente nel folclore, nella letteratura, nell’iconografia italiani e d’Oltralpe. Quando entrate in una chiesa per visitarla, osservate se vi è rappresentata una giovane e bella donna in abiti regali, con la corona in testa, la palma e un libro fra le mani e una ruota uncinata accanto a lei: scoprirete che S. Caterina d’Alessandria si trova un po’ dappertutto!
Nell’Archivio del Monastero di S. Caterina si è conservata la memoria di tutto ciò e le Agostiniane, da qualche anno a questa parte, hanno deciso di rispolverare le antiche tradizioni per rendersi ancora più presenti nel tessuto sociale e cittadino, per farsi ancora più vicine ai giovani che vengono a formarsi nella Città Ducale e alla cui fascia di età si è ultimamente rivolto in maniera preferenziale il “Progetto Un Monastero nella Città”. Perciò, secondo la consuetudine il giorno della festa – il 25 novembre – al termine della Celebrazione Eucaristica vengono consegnate dalle Monache ai fedeli delle lampade, simbolo della vera Sapienza che fece trionfare S. Caterina sui filosofi pagani: la tradizione dice che chi riuscirà a portare a casa il lume ancora acceso riceverà la protezione della Santa per tutto l’anno; specialmente gli studenti otterranno il suo sostegno durante gli esami, se prima avranno studiato e compiuto il loro dovere. La fede, infatti, non è una monetina e Dio non è un distributore automatico! Inoltre, fra i documenti ingialliti del ‘700 sono state riscoperte le ricette di una torta, la Ruota di S. Caterina, e di biscotti sempre a forma di rotelle, che all’epoca venivano sfornati in Monastero per questa occasione e che oggi vengono riproposti a tutti i golosi nel mercatino di autofinanziamento, assieme ad altri prodotti artigianali.
L’aspetto gastronomico e devozionale, tuttavia, non è quello più importante, anche se probabilmente è l’unico a essere colto da molte persone: esso è la manifestazione di un ideale e di un desiderio più profondi, radicati nella Comunità di S. Caterina e che stanno alla base del “Progetto” da essa creato e portato avanti da ormai vent’anni. Si vuole far conoscere e “vendere” ben altri prodotti, cioè il tesoro dell’antropologia e della spiritualità monastica agostiniana, al fine di far avvicinare i laici a questa realtà e di stringere una collaborazione feconda tra chi sta dentro la clausura e chi fuori. Oggi noi cattolici non siamo più “pronti a rendere ragione della speranza” che è in noi (1Pt 3,15). S. Agostino e S. Caterina, due nordafricani dei primi secoli, si rivelano tremendamente attuali, araldi della vera Sapienza che non è bulimia a livello di nozioni o informazione, bensì studium nel suo significato originario di “passione, amore, desiderio”.
Nei giorni 22-24 novembre, ci sarà un triduo di preparazione con un momento di riflessione e preghiera, alle ore 19 nella Chiesa di S. Caterina d’Alessandria, in via Saffi.
Il 25 novembre alle ore 8.30 e 18.30 si svolgeranno le Celebrazioni Eucaristiche con la benedizione e la consegna della lampada; inoltre le telecamere del varco di via Matteotti saranno disattivate dalle ore 14 alle 20, con permesso di sosta in P.za Rinascimento, anche fuori degli stalli bianchi, con disco orario di 60 minuti. Questo per consentire un più libero accesso alla Messa del pomeriggio e al mercatino di autofinanziamento, che sarà allestito i giorni 25 e 26 novembre nella Sala S. Rita, in Via Saffi 12 (vicolo di fianco alla segreteria dell’Università).