In occasione della Solennità di San Paterniano, patrono della città di Fano e della Diocesi, abbiamo intervistato il Vescovo Armando su alcuni temi di attualità che riguardano il nostro territorio diocesano.
Lei, più volte, nelle omelie, parla di un clero che inevitabilmente sta avanzando con l’età e la prospettiva in futuro di un accorpamento di parrocchie. Qual è la situazione vocazioni nel nostro territorio e quale sarà il futuro delle parrocchie della nostra diocesi?
Attualmente, per quanto riguarda le vocazioni, stiamo lavorando molto, tramite la pastorale giovanile e vocazionale, con Casa Giovani anche se si avverte, come anche per la vita familiare, la fatica di prendere la decisione del “per sempre”. Venendo alle parrocchie della nostra Diocesi, più che di accorpamento parlerei di collaborazione vista anche l’ampiezza del nostro territorio diocesano, in particolare nell’entroterra e questo ci obbliga a un processo collaborativo come sta avvenendo, peraltro, nella civitas politica. Viviamo un tempo, a mio avviso, favorevole alla collaborazione tra Chiesa e istituzioni politiche e sociali, viviamo in una società non più confessionale e neppure laicista, né caratterizzata dalla bipolarità laici-cattolici: questo permette un’autentica collaborazione senza asservimenti e abdicazioni.
Vorrei sottolineare, inoltre, la mia ammirazione e la mia stima per i sacerdoti della Diocesi che hanno veramente il polso della situazione di tutto il territorio grazie alla loro vicinanza con la gente, con il popolo.
Durante il suo ultimo incontro con gli operatori sociali ed economici lei ha chiesto alla politica e alle istituzioni, fra le altre cose, di credere di più nella sussidiarietà, di favorire le aggregazioni sociali ed economiche, di semplificare regolamenti e procedure, di fare il possibile per liberare le energie positive dei giovani.
Sì, è stato un bell’incontro quello con gli operatori sociali ed economici del nostro territorio, un incontro molto positivo di ascolto e stima reciproci. Alla Chiesa diocesana è riconosciuta autorevolezza proprio perché, grazie al Clero diocesano, conosce le problematiche dal loro interno e non per ‘sentito dire’, ma anche la responsabilità e l’impegno a stare accanto agli uomini e alle donne del nostro tempo con umiltà e intelligenza, senza pregiudizi né atteggiamenti ideologici e senza logiche di inimicizia. Certo nell’opera di edificazione della polis che li accomuna agli altri esseri umani, i cristiani non hanno certezze e ricette: il vangelo non fornisce formule magiche in base alle quali indicare la via che conduce infallibilmente alla realizzazione degli obiettivi di una polis. Nessuno sarà mai dispensato dal portare, a proprio rischio e pericolo, giudizi pratici sulle situazioni da affrontare e da analizzare, sulle scelte da fare tra le possibilità offerte. Il cristiano può vivere la propria fede solo immergendosi nella storia e nella sua opacità, nelle sue contraddizioni, nelle sue problematiche. Inoltre, vorrei sottolineare l’importanza di un supporto etico, morale e di incoraggiamento ai sindaci dei nostri comuni e al loro servizio alla città nella salvaguardia del bene comune.
Qual è l’attualità di un santo come San Paterniano, patrono della città di Fano e della Diocesi?
Innanzitutto la differenza cristiana, una differenza nella qualità delle relazioni. La Chiesa deve indicare agli uomini forme e modalità di comunicazione che siano umane, umanizzate e tendenti al rispetto dell’altro, del suo pensiero, della sua diversità. In secondo luogo il “prendersi cura”, concetto che viene ripreso anche nell’iconografia tradizionale del Santo a cui viene offerta, su un vassoio, la città di Fano. “Prendersi cura” ovvero assumersi il carico, dedicare attenzione, fasciare, toccare e lasciarsi toccare, incrociare e anzi penetrare lo sguardo altrui, entrare nella condizione degli altri, anche a costo di lasciarsi “contagiare” dall’impurità dei suoi interlocutori e dalla loro brutta fama, sino ad essere additato come un peccatore. Inoltre questo santo evangelizzatore, San Paterniano, nostro patrono, ci ricorda la trasmissione della fede come incontro, come ‘contagio’. Gli apostoli e i discepoli, infatti, muovono i loro passi provenendo dall’incontro con Gesù e prolungando la sequela vissuta nei suoi confronti. Sono dei ‘contagiati’ e contagiano a loro volta.
La situazione delle povertà nella nostra Diocesi.
All’oggi, le emergenze a cui sta maggiormente facendo fronte la Caritas diocesana sono, senza dubbio, il cibo e il lavoro. Sia nel nostro Centro diocesano che nei 38 centri di ascolto parrocchiali c’è massima attenzione a un territorio che spesso fatica ad andare avanti. E’ vero, il Comune di Fano, e ne siamo grati, ci offre, al Vitruvio, un compenso per gli spazi utilizzati dal Comune stesso, ma è anche vero che la Caritas continuamente reinveste sul territorio diocesano. Solo a Fano ha investito 650.000 euro per aiutare chi si trova in difficoltà.
Qual è il desiderio di un Vescovo?
Sicuramente una Chiesa che cresca per attrazione come ricorda Papa Francesco e l’invito ad ascoltare tutti e, quando si tratta di comprendere i segni dei tempi, di ascoltare gli anziani e i giovani. Gli anziani appartengono alla memoria e la saggezza dell’esperienza che invita a non ripetere stupidamente gli errori del passato. I giovani ci chiamano a risvegliare e accrescere la speranza perché portano in sé le nuove tendenze dell’umanità e ci aprono al futuro, in modo che non rimaniamo ancorati alla nostalgia di strutture e abitudini che non sono più portatrici di vita nel mondo attuale (Evangelii Gaudium n. 108). Inoltre il desiderio di una Chiesa che viva tra le case della gente: se essa vuole corrispondere alla sua identità occorre “che realmente stia in contatto con le famiglie e con la vita del popolo e non diventi una struttura prolissa separata dalla gente e in un gruppo di eletti che guardano a se stessi” (Evangelii Gaudium n. 28).
A cura di Enrica Papetti
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IN OCCASIONE DEL PATRONO LE FAMIGLIE SI INCONTRANO
San Paterniano è un santo missionario
FANO – Nella basilica giubilare di San Paterniano, in occasione del triduo di preparazione alla Festa del Santo Patrono, venerdì 8 luglio scorso si è tenuta una serata giubilare per le famiglie.
“San Paterniano – ha sottolineato il Vescovo durante l’omelia – è un santo missionario e ci deve far riflettere sulla nostra fede e sul nostro essere cristiani nel mondo che quotidianamente viviamo”. “Come mai non siamo più attraenti? come mai la nostra fede non entusiasma più nessuno? Cos’è capitato a noi cristiani?”, questi gli interrogativi che il Vescovo ha rivolto ai numerosi presenti.
Riprendendo poi due celebri affermazioni, rispettivamente di San Giovanni XXIII e di San Giovanni Paolo II, il Vescovo ha sottolineato come per natura il cristiano è missionario e deve aprirsi e non avere paura di essere testimone di quest’Amore.
Infine proseguendo la riflessione sulla natura missionaria del cristiano – come lo è stato il santo patrono Paterniano – il vescovo Armando ha sottolineato che “cogliere l’umanità di Gesù è cogliere il senso della vita, è cogliere la sorgente dell’essere umano”.
“Cari fratelli e sorelle – ha terminato il Vescovo – non lasciamoci rubare l’umanità che Gesù ci ha donato e lasciamoci contagiare dal vero senso di vita che lui ha donato a tutti”.
La serata poi è proseguita con la cena e un momento di testimonianza e ascolto che ha visto la partecipazione di due realtà quali “La stanza dei piccoli” e la comunità “Imprevisto” di Pesaro.
La prima è una realtà fanese di sostegno ai genitori di bambini con disabilità per poter dare la possibilità ai genitori di prendersi un po’ di tempo per sé e ai bambini disabili di relazionarsi con persone nuove mentre la cooperativa sociale “L’imprevisto” opera da tantissimi anni nel settore della devianza e della tossicodipendenza con l’obiettivo primario di accogliere questi giovani e di accompagnarli in un percorso di recupero e di formazione.
Michele Montanari
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La parrocchia di San Cristoforo vince la Caccia al Patrono
FANO – Giovedì 7 Luglio i giovani fanesi, e non solo, hanno festeggiato anticipatamente la ricorrenza di San Paterniano, Vescovo e patrono della città, condividendo un momento di festa organizzato dall’Ufficio Diocesano di Pastorale Giovanile.
Alle 18.30 i giovani hanno animato la Santa Messa celebrata presso la Basilica di San Paterniano, cui hanno fatto seguito l’aperitivo e la cena in condivisione all’interno del chiostro della Basilica.
Alle 21 i ragazzi, divisi in squadre per ciascuna parrocchia di Fano, hanno iniziato la “Caccia al Patrono”.
Si è trattato di una caccia al tesoro, propedeutica alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù, nella quale i partecipanti hanno dovuto affrontare diverse prove, gestite con l’aiuto di gruppi di volontari appartenenti all’associazionismo cattolico cittadino.
I ragazzi si sono “fatti le ossa” in vista della GMG di Cracovia, esercitandosi nella installazione di una tenda da campeggio, coordinando bans con i passanti nella zona mare, scambiandosi i vestiti con i propri compagni di squadra e socializzando con i turisti del centro storico.
Al termine di ogni prova, un selfie collettivo consentiva di attestare il superamento della tappa e permetteva agli organizzatori di comunicare ai ragazzi i compiti della prova successiva.
L’utilizzo dei telefoni cellulari -e, in particolare, di WhatsApp- per la gestione e lo svolgimento della caccia è stato molto apprezzato dai partecipanti: ha consentito velocità e precisione di coordinamento e, naturalmente, ha permesso ai ragazzi di giocare insieme attraverso il loro principale strumento di comunicazione.
La squadra della parrocchia di San Cristoforo ha vinto la Caccia al Patrono, avendo per prima individuato il tesoro: un selfie con il Vescovo Armando dentro i locali dell’episcopio!
Al termine, Don Steven ha ringraziato partecipanti, organizzatori e volontari, ricordando i prossimi appuntamenti della Pastorale Giovanile prima di concludere con una preghiera per tutti i giovani della nostra Diocesi in partenza verso la GMG di Cracovia.
Pier Federico Orciari