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      ENCICLICA – La Casa Comune

      RedazioneDi Redazione1 commento4 minuti di lettura
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      foto grandeEDITORIALE

      La Casa Comune

      di Mario Florio*

      È dal 2006 che puntualmente ogni anno per il primo settembre accogliamo dai nostri vescovi, in comunione con le altre chiese cristiane, il messaggio per la giornata della salvaguardia del creato. L’iniziativa è stata fortemente voluta dalle Chiese ortodosse che hanno fatto di quella giornata un segno distintivo del loro impegno mondiale per mettere al centro il bene della creazione come dono di Dio e come epifania della sua amorevole provvidenza. Ed è proprio l’uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio, che è chiamato ad essere custode di questo dono di cui egli stesso fa parte come vertice e centro spirituale.

      La novità di questo sguardo rispetto ad ogni altra posizione in materia di ecologia, perché è proprio nello sguardo che si decide tutto, ci viene offerta a piene mani dalla Enciclica di Papa Francesco sulla “cura della casa comune”, appena uscita e data alle stampe. Forse mai come per questo testo l’attesa dell’umanità del pianeta è stata così vibrante. Quanti summit politici ed economici hanno provato a mediare soluzioni in grado di limitare o ridurre l’indice percentuale che mostra la criticità irreversibile di alcune scelte di sfruttamento della terra e delle sue risorse (tra questi l’innalzamento della temperatura, l’emissione di gas, …). Dal basso molte sono state e sono le forze sociali che spingono verso una decrescita felice in controtendenza rispetto al consumismo a tutti i costi. Conosciamo il fenomeno dei movimenti ecologisti nelle sue molteplici variazioni.

      L’enciclica punta su una visione integrale della “casa” cioè dell’eco (dal greco: oikos) “comune”. Lo sguardo, illuminato dalla divina rivelazione sull’uomo e sul creato, sa afferrare i problemi nelle pieghe più nascoste e taciute (il campo della finanza planetaria in particolare)  e spesso inconfessabili (l’arricchimento di pochi a discapito delle masse). Una voce fuori coro, quella di Papa Francesco: non livellata sulla natura senza Dio nella varie forme dei tanti ecologismi di moda, né tantomeno piegata alla vorace carica seducente del progresso a tutti i costi.

      Leggendo il testo si coglie la meravigliosa e incisiva capacità di sintesi della dottrina sociale dei papi precedenti, in particolare di Giovanni Paolo II. L’avvio, Laudato si’, non è in latino come previsto per i testi ufficiali ma nella forma della lingua volgare fiorita sulle labbra di un grande testimone di adesione al crocifisso e di armonia con il creato, S. Francesco. Nove capitoli di intensa forza etica e religiosa, capaci di parlare al cuore dell’uomo e delle istituzioni, private e pubbliche. Il registro della bellezza è il filo rosso di questo percorso. Una bellezza che non è mai senza anima etica e un’etica che risplende di pacificante bellezza. Ed è la bellezza di un volto, il volto di Cristo che ci introduce nella “casa” per eccellenza: la vita di amore della Santissima Trinità. Chi l’avrebbe detto che dalla “casa” fatta di minerali, piante, animali si potesse scorgere questa meta? Chi l’avrebbe detto che le tante disgrazie ecologiche del pianeta possano dolorosamente portare l’uomo ad intendere ancora più acutamente la voce di Dio: Adamo, dove sei?

      Ma tutto questo itinerario passa attraverso un cambiamento profondo degli stili di vita personali e sociali, a cominciare dai paesi ricchi. Le nuove generazioni hanno bisogno di avere guide autorevoli e credibili su questo cammino. Si fa viva così la improrogabile assunzione da parte dei soggetti sociali intermedi (la famiglia e la scuola in particolare) del compito educativo. In questa direzione vanno anche le tante e costanti esperienze formative delle comunità cristiane delle diverse confessioni. In ambito cattolico si pensi alle potenzialità offerte dallo scautismo, dai campi scuola estivi delle parrocchie, dagli oratori con i loro progetti educativi. Nella diocesi di Pesaro, per la prima domenica di ottobre (4 ottobre, festa di S. Francesco), a Borgo S. Maria vivremo un gesto comunitario ed ecumenico di riflessione, scambio e preghiera con l’escursione a piedi nelle colline circostanti fino a Monte Chiaro. L’esperienza, ormai collaudata da tempo, avrà per la prima volta quest’anno una dimensione non solo ecumenica ma diocesana. Segnatevi la data in agenda e in estate facciamo tesoro della lettura, personale e comunitaria, dell’enciclica di Papa Francesco.

      *Direttore ufficio ecumenismo e dialogo (Pesaro)

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      1 commento

      1. Peppe Dini il 28 Giugno 2015 5:27

        Vorrei soffermarmi in particolare sull’articolo di Fabio G. Angelini giornalista di Avvenire. Laddove dice “La “Laudato Si’” e, ancor prima, la “Centesimus Annus”, ci insegnano”, va ribadito che seppure la Centesimus annus contenga chiari riferimenti ecologici, il primo vero approccio ad una catechesi ambientale ampia, viene dal Messaggio di GP2° “Pace con Dio Cratore , Pace con il creato”.
        Dove aggiunge che “La riflessione di Papa Francesco non è, dunque, un invito a rispondere all’emergenza ambientale arrestando il progresso e l’iniziativa economica…” E’ pur vero che papa Francesco non parla di arresto del progresso. infatti al 103 elogia “«la scienza e la tecnologia sono un prodotto meraviglioso della creatività umana che è un dono di Dio”. Al 113 sostiene il progresso della scienza e della tecnica non equivale al progresso dell’Umanità. Al 115 l’uomo non sente più la natura come norma valida, nè come vivente. Al 193 afferma:”occorre pensare pure a rallentare un po’ il passo, a porre alcuni limiti ragionevoli e anche a ritornare indietro prima che sia tardi. Sappiamo che è insostenibile il comportamento di coloro
        che consumano e distruggono sempre più, mentre altri ancora non riescono a vivere in conformità alla propria dignità umana. Per questo è arrivata l’ora di accettare una certa decrescita in alcune
        parti del mondo procurando risorse perché si possa crescere in modo sano in altre parti.” Nel suo articolo si percepisce ancora, la paura di quelli che si occcupano di tutela ambientale , quasi come fosse una deriva panteistica: eppure invito a leggere i capiversi 10, 13,166, 179, 214,232. Saluti ed un invito alla tettura e commenti :
        http://altrometauro.net/?area=apriPost&IdPost=10020150620222830

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