Che cosa ci lascia l’esperienza – conclusasi sabato 15 giugno – delle “Notti di Nicodemo”incontri mensili di preghiera comunitaria per le vocazioni voluti dal nostro Arcivescovo e preparati ogni volta con attenta cura dal Vicario Generale don Stefano Brizi? Ci lascia la certezza, ancora più salda, che Dio c’è non perché “sentiamo”, “pensiamo”, ci “autoconvinciamo e autosuggestioniamo” che ci sia, ma perché lo possiamo vedere all’opera, dentro le più disparate circostanze della realtà; perché fa innamorare di sé sorprendentemente giovani “normalissimi”, per niente “bigotti”, con una vita fatta di famiglia, studio, amici, divertimenti, hobbies; li chiama a seguirlo attraverso tanti segni (coincidenze, incontri, fatti) apparentemente casuali, che a posteriori però si possono riconoscere come tasselli di un mosaico fatto di amore, significato, bellezza. Tutti i “testimoni” succedutisi nei sei incontri hanno raccontato ciò che hanno “visto e udito” nella loro vita: il seminarista Andrea, il frate cappuccino padre Damiano, il parroco di Belvedere Fogliense don Michele, Maria Teresa della “Tenda del Magnificat”, i coniugi Raffaele e Chiara della Fraternità di S. Francesco.
E, ultima in ordine cronologico, Paola dei “Memores Domini”. Nell’incontro conclusivo animato da Comunione e Liberazione, la giovane insegnante liceale ha ricordato la sua “tristezza” di adolescente; l’illusione di poterla sanare ricorrendo (come oggi spesso accade) a uno psicologo; l’invito del suo insegnante di religione, don Giancarlo Vecerrica a seguire l’esperienza di CL; il rapidissimo incontro, per strada, con don Giussani, “un vecchio con occhi da bambino”; il momento esaltante dell’Università e la scoperta che la fede c’entra con tutto; l’amore per un ragazzo, che però aveva l’impressione di “essere tradito con un altro”. E poi l’inizio di una “lotta” con quest’altro innamorato, Cristo, che le faceva una “corte spietata” a cui lei non voleva arrendersi.
“Questa mia resistenza, ha detto Paola, mi ha fatto sperimentare che la vocazione è un’iniziativa di Dio, che precede ogni risposta umana; non è dunque una suggestione, ma un’ oggettività nella vita della persona”. Solo dopo diverso tempo è avvenuta la corrispondenza del cuore, l’inizio della “verifica” della verginità, la decisione di far parte dei “Memores Domini” che hanno come “missione” specifica la testimonianza della fede nel lavoro, e quindi la presenza in mezzo al mondo. E’ stato come lo squarciarsi della nebbia e il vedere nella realtà “il trono di Dio“, ha detto don Giuseppe Gaudenzi commentando il testo di Isaia; come scoprire in ogni circostanza, nella piccolezza dei segni, Colui che dà speranza alle cose.
Le “Notti di Nicodemo” si sono chiuse, diversamente dal solito, nella Parrocchia di Santa Maria Annunziata di Ponte Tavollo. E’ stata una scelta voluta dall’Arcivescovo: in questa comunità infatti è maturata la vocazione di don Nicolò Ceccolini, il nuovo sacerdote che sarà ordinato a Roma domenica 22 giugno e che domenica 29 celebrerà proprio in questa chiesa la sua prima messa. Un altro dono per cui ringraziare il Signore. Senza dimenticare comunque che è necessario continuare a pregare e a chiedere, perché “la messe è molta ma gli operai sono pochi”.
Paola Campanini