L’ex assessore ha concesso un’intervista al Nuovo Amico in pausa estiva, che viene pubblicato sul nostro sito Web.
Lei e Ceriscioli avete fatto una strada politica in comune; qual è oggi la differenza?
La diversità è nella lettura della società, questi non si rendono conto che il mondo oggi è cambiato, occorre pragmatismo, scelte veloci. Facciamo un esempio: ora le ditte chiudono per ferie, ma a settembre in quanti riapriranno? Bisogna dare risposte alle esigenze della gente e non perdersi in diatribe sterili sui nomi e sui posti.
Qualcuno suppone che ora lei voglia cambiare partito.
Ho tenuto una conferenza stampa nella sede del PD, proprio per rimarcare il fatto che mi sento all’interno del partito. Non lascerò la politica, ma porterò avanti il mio progetto, anche nello scontro. Voglio tornare ad essere Luca Pieri (e non un numero) libero di dire quello che penso.
Supponiamo che abbia un seguito all’interno del Pd?
Non mi sono posto il problema, ma in questi giorni ho ricevuto centinaia di telefonate. I miei problemi sono con i vertici del partito, non con la base. Da giovane mi misi contro Giovannelli e Lorenzo Rossi: sostenevo vigorosamente la bretella fra la Montelabbatese ed il casello dell’autostrada; in sostanza l’interquartieri. I fatti mi hanno dato ragione. Si devono dire le cose nel merito, così vuole la gente che mi stima.
E l’accusa di aver indossato apposta il bersaglio per essere impallinato?
E’ vero, ho messo il bersaglio perché mi avevano messo una croce addosso per essere cancellato. A questo punto è meglio essere chiari.
Parteciperà alle primarie per la candidatura a sindaco?
Certamente sì, purché sia una cosa seria e non siano votazioni pilotate.
A cura di Alvaro Coli
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IL NOSTRO COMMENTO
Che il motivo del contendere fosse qualche camera d’albergo in più o in meno nemmeno il più ingenuo dei pesaresi poteva crederci. Forse era più logico pensare che il problema fosse “l’eccessiva visibilità mediatica”. Tradotto in parole povere, Luca Pieri si mostrava troppo agli eventuali elettori. Accusare un politico di essere troppo visibile è come accusare un pesce di saper nuotare. Il peccato mortale di Luca Pieri invece è stato quello di candidarsi a sindaco di Pesaro. Alle future elezioni per il PD ci sono dei posti “liberi”: un seggio alla camera, uno in consiglio regionale, la presidenza della Provincia e la poltrona di sindaco. Nei calcoli della cosiddetta “Banda dei quattro”, Pieri non ci stava dentro, di qui la necessità di tagliarlo; intanto defenestrandolo dall’assessorato ai lavori pubblici, per il resto vedremo.
4 commenti
Complimenti per l’intervista e per il vostro commento che confermano quanto potere ha una certa politica nell’amministrazione della nostra città.
Sicuramente Pieri ha acquisito ultimamente una certa visibilità mediatica ma ha sopratutto fatto suoi due progetti molto importanti per due settori, albergatori e costruttori, settori che per decenni (oggi forse meno)hanno sponsorizzato non solo festival ma anche campagne elettorali.
Per rallentare l’ascesa di Pieri nella considerazione dei cittadini sarebbe forse bastato che qualche coraggioso della minoranza spiegasse bene ai pesaresi( che molto spesso sono distratti e non si interessano dei progetti per la città salvo criticarli a cosa fatte) cosa effettivamente significava permettere altre costruzioni di nuove camere in riva al mare, aggravando una situazione già molto compromessa, o scavare per quattro anni in Viale Trieste per avere dei posti macchine da vendere per trarne profitto senza recare grandi vantaggi per il turismo.
Si evince dal corsivo, caro Alvaro, una neppure tanto larvata tua amicizia con la presunta…vittima. Ti esporrò brevemente il mio pensiero. Il “giovane” Pieri ha alle spalle oltre un quarto di secolo di attività politica. Chè la vecchiaia, ne converrai, non é solo quella anagrafica. Ergo, largo ai giovani e soprattutto alla meritocrazia di cui tanto si parla. Lascia che siano i cittadini a stabilire capacità e valore sul campo. Mi piace concludere con il pensiero di Berchet: l’arte, quale che sia, é tale quando trova adesione tra il popolo. E dico popolo, non Facebook. Buon lavoro
Da elettore di centrosinistra , devo ritenermi molto amareggiato per il modo in cui è stata trattata la vicenda dalla direzione del partito, mi auguro ad un ragionevole ripensamento da chi vuole decidere autoritariamente di inserire politici nelle poltrone di comando , solo a scopo di ( aver diviso la torta )!! oggi gli elettori sono più informati è riflettono al momento del VOTO! ps. solidarietà a Luca Pieri per la tenacia e la volontà di migliorare questa nostra città . Grazie.
Maurizio Gambini aveva, nella legislatura scorsa di Corbucci, anticipato Pieri. Se n’era andato da consigliere comunale PD sbattendo anche la porta. Ora con la vicenda Pieri la fa da padrona sui media, anche Gambini, nel frattempo all’opposizione, trova la voglia di tirar fuori qualche sassolino rimasto nella scarpa. “La vicenda Pieri? Conferma ancora una volta in modo esplicito che non esiste la democrazia all’interno del mio ex partito e partito di Pieri. Io sono sempre stato uno dei tanti esclusi dagli interessi della casta e ne vado fiero”. Nelle amministrative comunali ad Urbino del 2004 nella lista Corbucci le sue preferenze personali sono state ben superiori a quelle di tutti gli altri colleghi eletti. “Il capolista Corbucci, che risponde perfettamente alle logiche della casta, allora, si è ben guardato dal conferirmi incarichi amministrativi, ben cosciente che il mio consenso popolare poteva coprire la sua visibilità e dei soliti componenti della casta che hanno fatto della politica l’unico mestiere”. Quando si è dimesso dal consiglio comunale, nessun dirigente del PD le ha mai chiesto le motivazioni del mio gesto? “No. Speravano che tutto passasse in sordina e che io mi ritirassi in buon ordine. Solo quando sono venuti a conoscenza della formazione della mia lista civica, presentata nelle amministrative del 2009, si sono messi ad urlare che io era passato alla destra. D’altronde era l’unico modo per denigrare la mia credibilità agli occhi della base del PD, ben consapevoli dei risultati che avrei ottenuto in sede elettorale”. Infatti è riuscito a strappare più del 35% degli elettori del PD e complessivamente il 18% del totale degli elettori ponendosi da solo come secondo partito nella città di Urbino in venti giorni dalla costituzione della lista. E di Pieri che dice? “Stranamente l’assessore pesarese si accorge solo ora che è stato escluso dalla casta e sconta sulla propria pelle il difetto di sistema che non premia l’impegno e il merito ma ciò che conta è obbedire senza offuscare la visibilità di chi è designato ad emergere”. Le affermazioni di Pieri nei confronti del sindaco Ceriscioli e dei personaggi politici che decidono i candidati delle prossime elezioni, se corrispondono a verità, non possono rimanere parole gridate al vento. “La mia speranza è che la base del PD decida definitivamente di escludere questi personaggi da ogni candidatura a qualsiasi livello; perché non ci si può più permettere di utilizzare l’amministrazione pubblica per crearsi un posto di lavoro e delle posizioni di rendita dimenticandosi che fare politica significa mettersi a disposizione dei cittadini sacrificando anche gli interessi personali. La speranza è che oggi non sono più i tempi dell’assoluta obbedienza. Occorre rintrodurre l’unico sistema democratico che corrisponde alle scelte esercitate dalla base, allora forse anch’io potrei riconoscermi in questo partito”.