
Un’articolata operazione di controllo interforze, dopo quella effettuata il 21.06.2011, si è svolta lungo tutta la giornata di ieri 19 giugno 2012 presso il cantiere dei lavori di costruzione della 3^ corsia dell’autostrada A 14 (in corrispondenza della galleria Novilara direzione sud).
L’operazione è stata fortemente voluta dal Prefetto Visconti, sensibile ad istanze provenienti sia dalle organizzazioni sindacali sia dalle associazioni di categoria del settore edile, che avevano evidenziato l’esigenza di verifiche in tale ambito. Il Prefetto ha applicato la recente normativa che ha ampliato i poteri dei Prefetti di disporre l’accesso dei gruppi interforze ai cantieri di grandi opere pubbliche, per monitorare l’effettivo assetto delle ditte operanti presso i cantieri per i lavori di lungo l’autostrada A/14 sia nell’ottica della prevenzione e controllo del rischio di infiltrazioni mafiose negli appalti, sia della verifica del rispetto delle condizioni di sicurezza sul lavoro, dell’osservanza dei contratti di lavoro e delle norme previdenziali e assicurative. Quello dell’accesso ai cantieri di grandi opere pubbliche è uno egli strumenti più efficaci per prevenire infiltrazioni mafiose nel tessuto economico di un territorio e mira a tutelare non solo gli enti pubblici appaltanti ma le stesse imprese che vincono legittimamente gli appalti, nella maggior parte dei casi ignari della possibilità che imprese alle quali fanno eseguire parti più o meno importanti delle opere sulla base di contratti subordinati siano collegate a vario titolo col mondo criminale.
Questi in sintesi gli obiettivi dell’operazione, organizzata dalla Prefettura nell’ambito del Gruppo interforze per il monitoraggio delle opere pubbliche istituito presso di essa, ed attuata sulla base di informazioni preventivamente raccolte dalle Forze di polizia.
Il servizio ha visto la partecipazione di una vera e propria forza “d’elite”, coordinata sotto il profilo tecnico-operativo dal Questore, composta dagli specialisti della Direzione Investigativa Antimafia, da personale della Polizia di Stato, da militari dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, del Corpo Forestale, della Polizia Stradale, della Direzione Provinciale del Lavoro.
Un “pool” di esperti delle Forze di polizia analizzerà i dati raccolti, riscontrandoli successivamente con i libri contabili delle ditte appaltatrici e le varie banche dati. Il fine è quello di verificare che ditte riconducili in qualche modo alla criminalità organizzata di tipo mafioso, celandosi dietro società non sospette, non stiano svolgendo in effetti lavori nell’ambito della costruzione della terza corsia dell’autostrada, mediante subappalti non autorizzati, noleggi “a freddo” di macchinari ed utilizzo di manodopera, in genere proveniente da regioni “a rischio”, solo fittiziamente alle dipendenze di imprese serie ma realmente pagati da ditte collegate ad organizzazioni criminali.
Quello di effettuare lavori nell’ambito delle opere pubbliche rappresenta infatti da sempre uno degli strumenti più utilizzati dalle mafie per ripulire i notevoli proventi che derivano dalle loro reattività delittuose.
In sostanza una operazione, che potrà essere ripetuta con analoghe modalità operative, mirata a rafforzare la conoscenza di tutto ciò che si muove sul territorio e a rendere sempre più strette le maglie della prevenzione e del contrasto per evitare che gravi fenomeni di illegalità o connessioni col crimine organizzato, trovino, attraverso i lavori di importanti opere pubbliche, un canale di accesso ad un tessuto socio-economico dimostratosi finora refrattario a forme di infiltrazione di interessi criminali.