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      Urbino

      Nello Foschi, un uomo perbene

      Francesca BrancatiDi Francesca BrancatiNessun commento3 minuti di lettura
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      É tornato alla Casa del padre una persona onesta, laboriosa, che ha saputo conciliare il lavoro nell’edilizia con la cura della famiglia, la vita cristiana con l’amore per il ballo e lo scherzo che praticava con sana letizia

      “Lo ricordo come uomo innamorato della sua famiglia, del suo lavoro e di quella fede semplice, sì, ma che dava senso alla sua vita. Mi sembra di averlo conosciuto abbastanza bene soprattutto nel tempo della costruzione dell’aula liturgica di Mazzaferro: era orgoglioso e pieno di gioia per mettere in opera tutte le sue competenze e capacità a servizio della comunità parrocchiale di cui è sempre stato membro attivo, anche se mai alla ricerca di apparire. Uomo tutto d’un pezzo, come quelle querce secolari che neppure le tempeste riescono ad abbattere”.

      L’omelia. Con queste parole, scritte da don Sandro De Angeli, missionario in Uganda, già attivo nella parrocchia, il diacono Luigi Fedrighelli ha iniziato la sua omelia durante le esequie di Nello Foschi, marito e padre amorevole, lavoratore instancabile, parrocchiano fedele, celebrate a Santa Maria de Cruce dal parroco don Daniele Brivio. Il diacono Luigi ha cosi proseguito: “Io l’ho conosciuto nell’ultimo tratto della sua vita in occasione della benedizione delle famiglie e quando insieme abbiamo pregato il Rosario, perché anche lui ha ospitato in casa la statuetta della Madonna, ed ho avuto la stessa percezione di don Sandro, arricchita da un senso di pace che possono sperimentare solo coloro che riposano all’ombra di una grande, grandissima Quercia. Quella Quercia alla cui ombra Nello si è addormentato è Cristo, che ha fatto nascere e crescere le sue radici di cristiano.

      Fedeltà. Se penso a Nello la prima parola che mi viene in mente per descriverlo è fedeltà. Fedele al progetto che Dio aveva su di lui, fedele alla vocazione di uomo alla sequela di Cristo, fedele alla sua vocazione di marito, di padre, di nonno. L’uomo giusto gode della vera pace anche nella malattia e nelle difficoltà. Nello di mestiere faceva il muratore ed era fiero di aver contribuito alla costruzione del salone polivalente di Mazzaferro; soprattutto, ha saputo costruire la casa più importante, l’edificio spirituale della sua vita, sulla roccia più salda che possa esistere, che è Cristo. Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Nella sua vita Nello ha dimostrato di credere a queste parole di Gesù. Un ultimo aspetto che voglio ricordare è che era un uomo che amava la vita e divertirsi. Mi hanno raccontato che gli piaceva fare scherzi e che aveva un cuore sorridente. La sue figlie mi hanno detto di come fosse un amante del liscio, del ballo. Nel Secondo libro di Samuele sta scritto che il re Davide danzava con entusiasmo davanti al Signore e trasportò l’arca del Signore tra grida di gioia e suoni di trombe. Ecco ora io mi immagino Nello danzare come fece il re Davide per esprimere la gioia di avere incontrato il suo Signore cui è rimasto fedele per tutta la sua vita”.

      Le presenze. Alla celebrazione sono intervenuti il sindaco Maurizio Gambini, alcuni assessori e tantissima gente che si è stretta alle figlie Beatrice ed Elisabetta, assessore comunale, la quale, al termine della cerimonia, con voce commossa, ha ricordato il babbo con parole piene di affetto.

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