I sintomi della depressione spirituale, fissare lo sguardo su Gesù, diventare esperti nell’arte dell’incontro, lettura attenta del territorio sono alcune delle tematiche prese in esame dal Vescovo Armando domenica 27 novembre, nella parrocchia di Santa Maria Ausiliatrice di Fossombrone, in occasione dell’apertura dell’Anno liturgico e pastorale, un momento di ascolto di preghiera durante il quale sono state offerte anche alcune linee comuni per il secondo anno del cammino sinodale alla luce dei tre “Cantieri” indicati per le Chiese che sono in Italia e del “Cantiere” emerso dall’ascolto nella nostra Diocesi.
Cambiamenti. “Se allarghiamo lo sguardo al nostro tempo – ha sottolineato il Vescovo nell’introduzione – segnato da profondi cambiamenti, spesso sconvolgenti anche per i credenti, riconosciamo nella vita della Chiesa stile e vitalità variamente presenti da un continente all’altro, e tuttavia i motivi di preoccupazione inquietano tutti sotto qualsiasi latitudine. Si denota un atteggiamento di rassegnazione e di scarsa fiducia, che impedisce di alzare lo sguardo, trovare motivi di speranza, risvegliare forza e coraggio per decidersi e agire. Nonostante tale stato di cose, la resistenza che è capace di esprimere la nostra fede non ci autorizza a scoraggiarci: la nostra fiducia non può venir meno. Del resto non è la prima volta che la storia cristiana conosce tempi di prova. Dobbiamo credere nella possibilità di rialzarci, di ritrovare lucidità e fermezza, volontà chiara e passione ardente di amore per il Signore e per il suo progetto di bene in noi e attraverso noi”.
Sguardo. Si è soffermato, poi, sull’importanza di fissare lo sguardo su Gesù mettendo in evidenza che “l’annuncio di Cristo non passa solamente attraverso le parole, ma deve coinvolgere tutta la vita e tradursi in gesti di amore. L’essere evangelizzatori nasce dall’amore che Cristo ha infuso in noi. Il sapore della fede viene dal riscoprire il vero volto di Dio, un volto amante della vita, della libertà, della crescita dell’uomo e non un Dio “padrone”, “dominatore”, “antagonista” della sua felicità”.
Incontro. “Le relazioni umane – ha proseguito il Vescovo parlando dell’arte dell’incontro – spesso cancellate nel dilagare dell’indifferenza e degli individualismi, rapporti che si costruiscono con la condivisione. Soltanto una comunità che impara ad ascoltarsi e confrontarsi e integrarsi nella diversità può aiutarci. Non è l’omologazione che lo Spirito desidera per la Chiesa di Cristo, ma la reciprocità dei doni, diversi gli uni dagli altri, per favorire un passo più spedito verso la pienezza della comunione con Dio. La lettura del territorio e l’ascolto delle esigenze del popolo di Dio sono gli strumenti essenziali, perché si possa camminare tutti insieme: la famiglia, i giovani, il lavoro, i poveri, la società odierna”.
Il testo integrale della riflessione del Vescovo è disponibile su www.fanodiocesi.it