Cercare i segni del tempo, leggerli in un oggi che cambia, trovare l’entusiasmo di segnare il tempo nonostante un tempo segnato, anche da continue crisi ed emergenze. È questo l’esercizio che hanno fatto a Roma lo scorso fine settimana (28-30 ottobre), 9 animatori dei giovani e giovanissimi dell’Azione Cattolica diocesana, accompagnati dall’assistente don Francesco Londei.
Chiaramente non erano i soli; erano oltre 2000 tra i responsabili giovani diocesani, i responsabili e gli animatori parrocchiali che si sono ritrovati nella capitale per incontrare il Papa e l’Associazione.
É sempre emozionante per un giovane l’incontro con il pontefice, entrare in Vaticano con la propria vita, con la propria capacità di fare rumore, nel rito, nella storia e nell’istituzione per antonomasia. Questo non ha potuto non farlo notare con approvazione Papa Francesco, che ha chiesto ai tanti giovani presenti di riportare l’entusiasmo, la gioia e la voglia di fare rumore, nelle proprie parrocchie. Sì, la parrocchia, centro della vita della Chiesa, vera Chiesa tra le case, e luogo della manifestazione delle intenzioni di Dio, che ne orienta l’azione dello Spirito verso soluzioni concretamente umane.
‘Segni del tempo’ non è stato solo l’udienza in aula Paolo VI, è stato anche il grande tendone da circo alle spalle della storica Casa dell’Azione Cattolica, la Domus Mariae, un tendone che non è metafora di un presente nelle mani di giovani saltimbanco e clown, un tendone metafora della tenda biblica, riparo, sicurezza, casa di Dio, pronta per essere smontata per camminare insieme al popolo; luogo di festa, di Eucarestia, di confronto, di incontro di storie dal mondo, di spiritualità … di ripartenza.
Tra questi 2 luoghi intensi, 10 angoli della città di Roma per 10 convegni tematici sugli ambienti di tutti i giorni dove i giovani imparano a leggere i segni dei tempi, ma anche diventare loro stessi segni del tempo: la cura per la città e la buona politica a servizio dei più fragili, l’accoglienza dei migranti e la sfida della legalità, l’arte, la cultura popolare e lo sport, insieme alla scuola, l’università e il lavoro.
In sintesi, 3 giorni per ricalibrare i Giovani di Azione Cattolica, tra la piazza della città e il campanile della parrocchia, in una Chiesa radicata ma anche in movimento.