È la prima volta che accade in Italia. Una sessione di esami per la certificazione linguistica europea interamente dedicata a persone non vedenti e ipovedenti: sedici in tutto provenienti da Reggio Calabria, Roma, Milano … Il progetto ha coinvolto la sezione di Pesaro dell’Irifor (Istituto per la ricerca, Formazione e riabilitazione dell’Unione Italiana Ciechi), il Cambridge English e l’Università di Urbino Carlo Bo, che ha ospitato le prove nel Centro Linguistico dell’Ateneo. Per tutti un unico obiettivo: la certificazione linguistica che nel mondo viene riconosciuta a poche centinaia di ciechi a fronte di milioni di normodotati. Un gap enorme dovuto al fatto che non esistono metodi adeguati per prepararsi a tale prova d’esame. Eppure si tratta di un riconoscimento strategico perché consente di abbattere un’altra barriera, visto che l’attestato linguistico permette di iscriversi ad esempio ad un’università straniera oppure accedere ad un concorso pubblico.
Creatività. Qualche giorno fa, per i sedici candidati, sono arrivati i risultati: tutti idonei e soddisfatti. Ma forse la gioia più grande è quella di Eleonora Borromeo, giovane tiflologa e docente di lingua inglese all’Istituto “Benelli” di Pesaro. Anche lei in un certo senso è stata promossa o meglio, ad essere promosso è stato il suo innovativo metodo d’insegnamento. Un sistema sperimentale perché non esistono materiali su cui un non vedente possa prepararsi per affrontare l’esame di certificazione. Di qui la creatività di quest’insegnante che ha ideato un’apposita piattaforma on line. «Nel 2013 – spiega –avevo preparato una studentessa del liceo Raffaello di Urbino e facevo già ricerca sulla didattica delle lingue applicata alla disabilità visiva. Da lì ho provato a creare dei materiali specifici che ho messo poi a disposizione dell’Irifor».
L’intuizione funziona e, in breve, ogni sezione provinciale dell’Unione ciechi promuove il percorso didattico. Arrivano decine di richieste da tutt’Italia e si deve quindi procedere ad una selezione regionale. Infine si apre il corso: sei mesi di lezioni suddivise per tre gruppi con due ore di video conferenza ogni settimana oltre ai compiti a casa. Un lavoro immenso per Eleonora che deve costruire tutto dal niente, lezione dopo lezione cercando ogni volta di aggiustare il tiro a seconda delle esigenze specifiche di ciascuno studente.
Metodo. ««Ho incentrato il corso sul formato dell’esame – prosegue – le tipologie degli esercizi, gli strumenti da usare per leggere e scrivere, le strategie migliori per rispondere alle domande sul vero/falso, le frasi da usare per lo speaking insomma la stessa strategia che segue un normodotato ». Le difficoltà sembrano insormontabili anche perché Eleonora si trova a far lezione a persone molto diverse tra loro: c’è chi usa il braille, chi il sintetizzatore vocale, altri ancora i caratteri a stampa ingrandita. Ma oggi il “metodo Borromeo” può dirsi pienamente promosso tanto che a breve si terrà una seconda sessione di esami e in primavera si apriranno le nuove iscrizioni al corso con la possibilità di accedervi anche dall’estero.