Mondavio
a cura di Marco Gasparini
Direttore Centro Missionario Diocesano
Lunedì 30 agosto, nei locali parrocchiali della parrocchia di Mondavio, alla presenza del parroco don Michele Giardini, si è tenuto l’incontro missionario con Suor Daniela Alborghetti, missionaria in Tanzania, appena rientrata per un breve periodo di vacanza, dopo da 4 anni e mezzo di servizio. Suor Daniela è molto conosciuta in ambito diocesano per il suo servizio prestato nella casa di riposo di Mondavio, per la sua attività con i giovani della zona e la sua collaborazione con il Centro Missionario Diocesano.
Tanzania. “Mi trovo in una zona di savana, una realtà molto bella – ha raccontato suor Daniela ai numerosi amici presenti – siamo a mille metri di altitudine sul lago Vittoria e siamo lì, nella diocesi di Moanza da 16 anni. Per i primi anni siamo state presenti solo per stare con la gente, poi abbiamo aperto la casa per accogliere le ragazze che volevano diventare suore. Da poco abbiamo aperto una seconda casa per la formazione, una casa semplice ma bella, un piccolo centro di spiritualità accogliente perché il bello ci parla di Dio. Attualmente siamo 11 in comunità – ha proseguito suor Daniela – 6 suore e 5 postulanti, io sono l’ unica italiana. Alcune vengono da famiglie pagane e per questo la formazione va ripensata e potenziata. I primi missionari in Tanzania sono arrivati solo 150 anni fa, praticamente ieri rispetto alla nostra storia millenaria, ancora la gente va dallo stregone quando sta male e questa è davvero una sfida per l’evangelizzazione, mi sembra di essere al tempo degli apostoli, i giovani mi fermano per strada e mi chiedono chi è Gesù Cristo? L’Africa è ricca, sono gli africani che sono poveri!”
Scuola. Alle scuole elementari ad esempio ci sono classi di 150/200 ragazzi e per molti è impossibile seguire la scuola. Alle elementari parlano Swahili, poi passano in quarta classe con l’inglese senza un minimo di alfabetizzazione, la maggior parte dei ragazzi nemmeno capisce la lingua e per questo si perde, resta indietro e non prosegue gli studi.
Educazione sanitaria. Con l’arrivo della Pandemia abbiamo iniziato ad andare nei villaggi a fare educazione sanitaria, ma non potevamo farlo a causa delle leggi locali. Avendo il Presidente negazionista che non voleva bloccare l’economia interna con le chiusure, rischiavamo l’arresto se parlavamo di Covid. Dovevamo stare fermi senza poter fare nulla per la nostra gente. A marzo poi il presidente è morto e la vice presidente ha proseguito il mandato aprendosi ai rapporti internazionali e iniziando un lavoro contro la corruzione locale. “Una cosa ho imparato in questo periodo – ha concluso suor Daniela – i poveri sanno condividere anche quel poco che hanno.”
Suor Daniela nel ringraziare i tanti amici per il sostegno spirituale e materiale ha comunicato che ripartirà per la missione a fine mese.