Fano
di Lucio Diotallevi e Roberta Mei
Ogni anno nel tempo di Pasqua, i diaconi della diocesi vivono insieme un momento di riflessione e preghiera. Così, dopo essere stati annullati nel 2020 a motivo della pandemia, finalmente è stato possibile vivere gli esercizi spirituali residenziali in presenza, sempre nel rispetto delle normative di contenimento del contagio, dal pomeriggio di venerdì 30 aprile a domenica 2 maggio scorso a Villa Bassa di Prelato. È stato lo stesso Vescovo Armando a predicare gli esercizi proponendo la riflessione sul testo della “lavanda dei piedi” (Gv 13,1-17.34-35). Il titolo del percorso, infatti, “Li amò fino alla fine – meditazioni sul passo della lavanda dei piedi”, esprime in sintesi il senso dell’itinerario delle sette meditazioni del Vescovo attorno alla centralità dell’essere “testimoni di Cristo, Servo per Amore”. Ecco alcune tracce:
Riflessioni. Prima riflessione “Il contenuto della Carità: l’Amore” che vogliamo riassumere nella frase: Il discepolo della carità, non è uno che “ama i poveri”, ma piuttosto uno che ha fatto dell’amore la sua scelta prioritaria di vita.
Seconda riflessione “L’origine della Carità: il Padre” ovvero: L’amore è la presenza di Dio in noi e per questo esso diventa estremamente contagioso, esplosivo, incontenibile, fino a straripare e a comunicarsi a tutti, senza nessuna esclusione sempre, dovunque, totalmente.
Terza riflessione: “La via della Carità: il servizio” ovvero: Per seguire Cristo non c’è altra strada che quella del servizio. Solo una chiesa capace di servire l’uomo del suo tempo è credibile
Quarta riflessione “Il presupposto della Carità: la Comunione”, ovvero: La comunità è la forma concreta della comunione e il discepolo è attento a superare le divisioni da cui non può nascere mai il servizio ma solo la ricerca di sè stessi.
Quinta riflessione “Lo stile della Carità: dare e ricevere”, ovvero: Il discepolo deve essere una persona capace di dare ma anche di chiedere e di ricevere aiuto, consiglio, collaborazione per questo crea un clima di familiarità con i soggetti più poveri perché si realizzi con essi uno scambio vitale e reciproco.
Sesta riflessione “Il modello della carità: il servo Gesù”, ovvero: Il discepolo non agisce per istinto, per sentimentalismo, in base alle sue passioni alterne ma fa scaturire il suo servizio dalla conoscenza di Gesù Cristo e dalla scelta consapevole di averlo scelto come maestro e Signore della vita.
Settima riflessione “la prospettiva della carità: l’impegno concreto”, ovvero: Il discepolo vive il servizio con gioia e dal servizio gratuitamente prestato vede scaturire una gioia più grande che lo ricompensa di quanto ha dato.
Ordo Virginum. Quest’anno per la prima volta l’esperienza degli esercizi è stata condivisa anche con l’ordo virginum ovvero delle donne consacrate nel mondo. Si è pertanto sperimentato una preziosa opportunità di incontro, conoscenza e comunione tra diverse esperienze di fede e di vita, diaconi celibi, famiglie diaconali, donne consacrate, attorno all’unico Vescovo, piccolo segno di una chiesa “plurale” che segue e annuncia l’unico Maestro e Signore. Questa piccola nuova esperienza si può certo collocare all’interno del percorso diocesano in atto che vede nell’ascolto, nella conoscenza, nella valorizzazione di tutti i fratelli e le sorelle, della loro storia, del dono che il Signore fa a ciascuno, la via maestra per riconoscere la Sua presenza viva e operante nel quotidiano.