Aprendo, pochi giorni fa un volume su la Regola dei Frati Minori, pubblicato nel 2023 a Perugia, mi sono trovato, all’inizio delle prime pagine, un corsivo di particolare interesse di Julien Green (1900-1998), apprezzato scrittore e drammaturgo statunitense, che trascorse gran parte della sua vita in Francia: “Francesco non voleva ritagliare il Vangelo sulla misura dell’uomo. Non voleva essere ragionevole. Egli era di quella razza d’uomini che «non ne vogliono sapere» e che il mondo finisce per spezzare finché sono sulla terra, ma che la vincono sulla morte. San Francesco d’Assisi fu mai più vivo di oggi, mentre invece i grandi personaggi del suo tempo spariscono. Egli voleva salvare il mondo: ha salvato la speranza”.
Dopo tanti secoli Francesco non solo è ricordato, ma amato, celebrato, imitato. All’inizio le scelte evangeliche di Francesco non furono affatto accolte bene: c’è un padre che imprigiona in casa un figlio e una madre che lo libera. Poi, Pietro di Bernardone cita a giudizio Francesco. Il processo avviene nella piazza accanto al vescovado. Alla richiesta del padre che gli vengano restituiti i denari da parte del figlio, Francesco si denuda di fronte alla folla straripante e incuriosita, proclamando che solo Dio sarà il suo vero ed unico padre.
La spoliazione fu una scelta radicale. Dopo questo episodio, contrariamente alla generale ostilità della popolazione di Assisi verso Francesco, il Vescovo Guido lo seguì e lo consigliò ripetutamente.
Solo in un secondo tempo, ma soprattutto dopo la sua morte, si scoprì la potente originalità della persona di Francesco, delle sue intuizioni evangeliche e dell’amore profondo, direi unico, per Cristo crocifisso. Ma cosa ha quest’uomo così fragile, che nel contempo è così potente e così fuori dell’ordinario?
Molti, forse tutti, si meravigliarono che un papa scegliesse come suo nome «Francesco». Lui stesso ne dà la motivazione: «Ho preso il suo nome come guida e come ispirazione nel momento della mia elezione a Vescovo di Roma». Nel 2015 Bergoglio scrive un’enciclica dal titolo “Laudato Si”, dove ricorda che “la terra è la nostra casa comune” ed è quindi necessario che tutti si propongano come strumenti di Dio per la cura della creazione. Nel 2020 il Papa pubblica una seconda enciclica, “Fratelli tutti”, dove è evidente il riferimento a Francesco d’Assisi, il quale scrisse una lettera rivolgendosi a tutti i fratelli e le sorelle, proponendo loro una forma di vita Evangelica.