Sabato 26 aprile, dopo aver seguito le esequie del nostro carissimo papa Francesco, la nostra piccola chiesa, nel pomeriggio, si è riempita di un gruppo di giovani provenienti da Fano insieme alle loro famiglie, per vivere un evento musicale e di ascolto di testi tratti da San Francesco e santa Chiara di Assisi, in questo anno in cui ricorrono gli 800 anni della stesura del Cantico delle Creature. L’evento è stato desiderato e proposto da questi giovani allievi della scuola di musica “Bramucci” di Fano, accompagnati dal loro insegnante Luca Ferretti. I testi proclamati da noi sorelle clarisse sono stati intervallati da brani musicali, accompagnati da tastiera, chitarre, flauto traverso e voci. Una particolare coincidenza ha voluto che tutto ciò avvenisse nel contesto del Giubileo degli adolescenti. Abbiamo sperimentato ancora una volta come la musica può riunire insieme esperienze diverse e renderle vincolo di unità e esperienza di bellezza. Lacrime di commozione hanno sigillato il termine dell’evento, mentre noi sorelle abbiamo intonato il Cantico delle Creature.
Chi conosce e gusta la musica sa che le grandi opere musicali non sono fatte soltanto di suoni, ma anche di pause. È paradossale ma la bellezza dell’evento vissuto è emersa perché è stato collocato dentro una parentesi di silenzio e di ascolto. In un luogo “altro” rispetto alla quotidianità: un monastero. Dentro pause e respiri possiamo accorgerci di ciò che ci circonda e ci abita; osservarlo e capirlo è riconoscere la presenza del Creatore nella profondità del nostro essere e ricentrare l’intera nostra vita in Lui, Altissimo Onnipotente e buon Signore. L’augurio è che questi ragazzi e ragazze, anche attraverso queste esperienze, possano scoprire che tutto ciò che è umano è significativo: la vita è un testo, è un dialogo, in cui ci si può intrattenere anche con il Padre Celeste, da figli. Se la vita non è un testo, non è la vita umana, non ha significato e allora i fatti non comportano crescita, maturazione, interiorizzazione e comprensione, ma solo prassi e soluzioni. I giovani, con la loro vita inondata di ipotesi, hanno bisogno di catechesi, hanno bisogno di Parola di Dio che dia loro un significato per salvarsi dalla banalità degli influencer, dispensatori grossolani di luoghi comuni e “psicobanalisi”, come un comico l’ha definita genialmente. Non smettiamo di parlare al cuore dei giovani: non offriamo soluzioni ma semplicemente continuiamo a esserci. Con loro e per loro.