Anche quest’anno sono arrivati i giorni delle celebrazioni raffaellesche che sono giunte alla 156a edizione. L’iniziatore è stato il conte Pompeo Gherardi che nel 1869 fondò l’Accademia intitolata al divin pittore. Il periodo corrisponde alla data di nascita (28 marzo o 6 aprile 1484) e a quella della morte dell’insuperato artista avvenuta il 6 aprile 1520. Sabato 29 marzo è stata deposta una corona nel Pantheon di Roma dove si trova la sua tomba con la partecipazione, com’è consuetudine, anche di urbinati residenti nella capitale; sabato 5 aprile alle ore 10 lo stesso rituale si ripeterà ad Urbino, al monumento a Raffaello a Pian del Monte. Quest’anno il presidente dell’Accademia Luigi Bravi ha voluto aggiungere un appuntamento: il pomeriggio di domenica 6 aprile alle 16,30 nella Casa natale di Raffaello, gli accademici accoglieranno i nuovi consoci; è un modo per stare insieme e fare, come dice il presidente, “Comunità raffaellesca”. La tradizionale conferenza è in programma giovedì 24 aprile e sarà tenuta dall’architetto Federico Bulfone Granzinigh che tratterà il tema: ”Raffaello architetto. Il lascito di Giovanni da Udine”. Il luogo e l’ora della conferenza verranno comunicati in seguito, in tempi più vicini. Com’è noto, a Raffaello fu affidato anche l’incarico di Soprintendente ai lavori nella Basilica Vaticana, il più importante cantiere romano, cui si dedicò con entusiasmo. Egli aveva già alle spalle varie esperienze in questo campo; aveva curato, tra l’altro, per conto di Agostino Chigi, le cosiddette “Scuderie” di Villa Farnesina (distrutte) e la Cappella funeraria in Santa Maria del Popolo, ed aveva atteso alla costruzione della piccola chiesa di Sant’Egidio. Le stesse architetture dipinte, sfondo di tanti celebri opere, mostrano un bagaglio di conoscenza che va al di là del consueto apprendistato di pittore.