Mercoledì 1° ottobre si è celebrata ad Urbino la Giornata del Creato con una fiaccolata guidata dall’Arcivescovo che, partita dal Duomo, attraverso sei tappe ha raggiunto la chiesa di san Francesco
La Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato ricorre il 1° settembre e segna l’inizio del tempo del Creato, che si conclude il 4 ottobre, festa liturgica di San Francesco d’Assisi. L’Ufficio Diocesano per l’Ecumenismo ed il Dialogo Interreligioso ha organizzato in comunione con i Frati Francescani di Urbino il 1° ottobre una fiaccolata che si è snodata per le vie cittadine con partenza dal Duomo e arrivo alla Chiesa di San Francesco animata da FUCI e Parrocchia Universitaria e con riflessioni del Padre Cappuccino Filippo M. Caioni.
La serata. L’iniziativa – il cui tema quest’anno era “Spera e agisci con il Creato” – è stata guidata dal nostro arcivescovo mons. Sandro Salvucci, ed è stata vissuta in comunione con la comunità ortodossa locale del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, rappresentata dal suo Pastore Padre Victor Ciloci. Significative sono state le sei tappe in cui è stato proclamato e sviluppato il tema dell’amore al creato, in particolare la comunione ecumenica si è manifestata con la sosta nell’antica Chiesa Madre Urbinate di S. Sergio, da alcuni anni ritrovo della Comunità Ortodossa. Si è pensato di sviluppare questo tema sulla figura di San Francesco d’Assisi, che con il “Cantico delle Creature” (1225) aveva già introdotto al pensiero che Acqua, Sole, Luna, Stelle, persino Sorella Morte sono parte integrante della vita dell’uomo che, da solo e senza il Creato che lo circonda, non avrebbe possibilità di sopravvivenza. Il Cantico, inoltre, rimarca, non solo la comunione fra e con le persone che ci circondano, ma anche con l’intero creato di Dio, in quanto essendo opera di Lui ci rende fratelli e sorelle degli animali, delle piante e di tutto ciò che lo abita.
Attualità. Il messaggio del Santo ricorda a distanza di Ottocento anni un problema che oggigiorno è più sentito che mai: il problema dell’inquinamento ambientale e dello sfruttamento delle risorse che la Terra ci offre. Seguendo il messaggio del Cantico, non possiamo tirarci indietro, come figli di Dio, dall’abbracciare questo tema che ci è così vicino e che è così attuale. Abbracciarlo, consiste nel rispettare il creato, dargli amore e prendersene cura con lo spirito di autentica fraternità essendo tutte le creature non oggetti ad uso e consumo dell’uomo, ma nostri fratelli e sorelle. Ciò è necessario ora più che mai, per tornare a quell’idea tanto lontana e così vicina che San Francesco cercava di trasmettere ai fedeli e uomini tutti, chiedendo loro di non voltare le spalle al mondo e di non “maltrattarlo” spogliandolo di ogni risorsa e di ogni bene. Francesco desiderava che gli esseri umani sarebbero riusciti a vivere in armonia con la natura e con gli animali. Oggi, purtroppo, nonostante si senta costantemente parlare di crisi climatiche e di possibile fine delle risorse sulla Terra, ci si trova sempre più presi dalla frenesia della vita, scordandoci così di ascoltare il mondo intorno a noi, di amarlo e di occuparcene come il Santo si occupava dei più bisognosi. Il messaggio di San Francesco d’Assisi ancora oggi risuona alle nostre orecchie come un canto di speranza che ci ricorda che apparteniamo alla terra di cui siamo parte integrante.