«Capisci quello che stai leggendo?». Era la domanda dell’apostolo Filippo all’eunuco etiope chino sulle parole del profeta Isaia (Atti degli Apostoli 8,30). Ed è la domanda che possiamo porci anche noi quando prendiamo in mano la Sacra Scrittura, soprattutto quando la preghiamo.
Il Concilio Vaticano II ha permesso un enorme passo in avanti promulgando la traduzione della Bibbia dal latino nelle varie lingue, ma questo non è sufficiente per comprenderla. Perché è scritta anche coi numeri, coi colori, con simboli, specialmente alcuni libri come l’Apocalisse o quello dei Salmi, che il grande poeta Thomas S. Eliot definì “un giardino di simboli”.
La nostra mentalità di radice greco-latina è su certi aspetti distante da quella ebraica, senza contare che il nostro approccio alla realtà è fatto più di statistiche e percentuali, perciò ci risulta arduo capire a una prima lettura certi passaggi non solo dell’Antico ma anche del Nuovo Testamento. Ma di Sacra Scrittura è costituita la principale forma di preghiera – individuale e comunitaria – della Chiesa che è la Liturgia delle Ore, così chiamata perché segue il ritmo dei vari momenti della giornata. Il Vaticano II ha sdoganato anche questa, proponendola caldamente ai laici oltre che a sacerdoti e religiosi; è stato dato risalto in particolare alle Lodi, la preghiera del mattino, e ai Vespri, quella della sera.
Nel 1986 la nostra Comunità monastica fece la scelta di vivere in chiesa, anziché all’interno della clausura, alcuni momenti liturgici fra cui i Vespri, perché anche altri potessero parteciparvi. Quest’anno abbiamo pensato di riproporre un’iniziativa di alcuni anni fa: Quando scende la sera… A partire dal 15 ottobre ogni martedì, al solito orario (le 19), arricchiremo i Vespri con dei commenti per favorire la comprensione di quello che leggiamo. Perché la Parola possa parlarci veramente.