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      Home » Gli ‘Angeli del Fango’ partiti da Pesaro per Senigallia
      Chiesa e Mondo

      Gli ‘Angeli del Fango’ partiti da Pesaro per Senigallia

      caritas pesaroDi caritas pesaroNessun commento6 minuti di lettura
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      La Caritas della parrocchia S. Maria Assunta di Montecchio ha proposto al gruppo animatori di far sentire la vicinanza alle persone alluvionate di Senigallia. La proposta è stata subito accolta con gran fervore da parte dei ragazzi: in un solo giorno, quaranta giovani hanno dato la disponibilità a trascorre la giornata del 29 settembre a servizio della gente alluvionata. È nata così, sotto il coordinamento della Caritas di Senigallia, in prima fila in questa tragica emergenza, l’esperienza dei 44 (40 animatori + 4 accompagnatori adulti), spinti dal desiderio di portare vicinanza, di esserci per non far sentire totalmente solo chi è nel bisogno, a testimonianza di quel «Io C’ero» che per tante volte hanno avuto scritto dietro le loro magliette al Grest. Abbiamo raccolto in questo reportage le testimonianze dei presenti.

       

      Rachele. È stato bellissimo stancarsi! È vero, ho un gran mal di schiena, ma non mi dispiace affatto, anzi quasi mi fa piacere, perché è stata un’esperienza diversa, fuori dall’ordinario. Non è stata la solita uscita per una visita ma qualcosa di più: ero piena di terra e con le mani infangate, ma ero entusiasta perché mi sentivo utile. Oggi ho capito innanzitutto che fare qualcosa per gli altri non è facile e bisogna rimboccarsi le maniche, ma mi sono resa conto che tanta è la stanchezza, tanta è la soddisfazione per essermi messa in gioco per qualcuno che ne aveva bisogno. Un’altra esperienza che mi ha fatto capire che sì, dono il mio tempo agli altri, ma allo stesso tempo sono queste esperienze che riempiono me!

       

      Cecilia. Oggi penso di aver avuto la possibilità di fare una delle esperienze più belle della mia vita. A Senigallia siamo stati accolti da persone fantastiche, con un cuore veramente molto grande. Tra un racconto e un altro su quanto accaduto, inutile dire che qualche lacrima ci è scesa e la nostra voglia di aiutare è aumentata sempre di più! Abbiamo lavorato tantissimo e abbiamo fatto il massimo per aiutarli il più possibile e per strappar loro un sorriso, dato che i loro volti purtroppo erano spenti. Questa esperienza personalmente mi ha fatto capire quanto ogni nano secondo della mia vita sia importante e quanto sia indispensabile godersi ogni momento con le persone più vicine a te, perché la vita può cambiare da un momento all’altro: un giorno hai tutto e il giorno potrebbe non rimanerti più nulla. La cosa più gratificante è stato vedere i sorrisi sui loro volti quando siamo arrivati e quando hanno visto quanto ci stavamo impegnando, abbiamo lavorato quasi 6 ore, con qualche pausa di mezzo ovviamente, e inizialmente non sembrava neanche così “stancante” raccogliere tutta la terra e il fango, pulire le cantine, pulire le abitazioni… Appena ci siamo diretti verso la stazione, abbiamo cominciato a sentire dolore dappertutto, ma ne è valsa veramente la pena e se potessi tornare indietro lo farei altre 100 volte.

       

      Vincenzo. È stata una bella esperienza aiutare persone che avevano bisogno ed erano vicino a noi; anche se l’alluvione non ha toccato il territorio dove abitiamo, credo che la paura sia arrivata anche da noi. È stata una bella esperienza soprattutto perché ho lavorato con i miei amici e quindi non è stato così faticoso, anzi è stato divertente. Bello anche perché mi sono capitate due abitazioni di signore anziane e mi ha fatto più piacere aiutare persone in difficoltà e con davvero bisogno d’aiuto. Spero che questo nostro piccolo aiuto possa far riprendere la gente di Senigallia, ma soprattutto delle Marche: tutti facciamo parte di una grande comunità.

       

      Gaia. Tra le cose che la catastrofe toglie, ci sono le parole, ruba i nomi e aggiunge le croci. Quando le cose brutte arrivano, improvvisamente spazzano la serenità di ciascuno e per quanto possiamo essere preparati non lo siamo mai abbastanza. Questa esperienza raggiunge solo i cuori sensibili, ci fa crescere infondendo l’amore e il rispetto per il prossimo, lasciandoci alle spalle le cose futili di cui spesso nel nostro quotidiano ci lamentiamo. È stata una bellissima esperienza; vedere i volti delle persone che aiutavamo felici mi ha scaldato il cuore e ho capito il valore dei piccoli gesti che possono rendere veramente felici le persone. Per me oggi è stata un’esperienza fantastica: ho avuto modo di aiutare persone in difficoltà che per diversi motivi non erano in grado di farlo da soli. A compiere questo gesto mi sono sentito un calore dentro, che magari significava proprio una enorme soddisfazione personale per ciò che ho fatto.

       

      Luca. È stata un’esperienza che mi ha lasciato molto. Nonostante la fatica, nell’ascolto delle persone colpite dall’alluvione, il cuore si apre e capisci quanto la tua vita può essere inaspettata. Ho conosciuto una signora che ha perso tutto: non era disperata per i beni materiali, certo anche per quelli, ma in particolare per i ricordi dei suoi nipoti e della sua famiglia. Questo mi ha toccato, perché ho capito quanto la famiglia sia più importante rispetto ai beni materiali; gli oggetti si ricomprano, la famiglia no. Un’altra cosa che mi ha fatto molto impressione è stato vedere le abitazioni dove era rimasto il segno del fango. Questi segni sono gli stessi segni che rimangono nel cuore delle persone colpite, difficili da togliere, ma insieme, con l’aiuto reciproco, tutto si pulisce. La comunità di Senigallia piano piano sta pulendo le proprie case e i propri cuori con l’aiuto di tanti volontari che si prestano per chi ha bisogno e grazie a questo tutto tornerà come prima. Per me è stata un’esperienza fantastica che mi ha aperto il cuore e penso che sia una cosa che tutti debbano provare, ti lascia qualcosa di speciale che non puoi provare in nessun altro modo.

       

      Letizia. Questa di Senigallia è stata la mia prima esperienza di volontariato. Mi sono sentita molto utile dando il mio contributo nel ripulire le case immerse dal fango e a motivarmi ancora di più sono state le persone che, passando per la strada, ci dicevano che stavamo facendo un buon lavoro, che ci suonavano il clacson in segno di approvazione ed incoraggiamento. Ho capito che ciò che mi fa stare bene è l’aiutare gli altri e vedere le persone felici alla fine del mio lavoro. La fatica viene sicuramente ripagata dal sorriso delle persone soddisfatte e contente del tuo sforzo. Questo per me è stato un grande stimolo a ripetere un’esperienza del genere e a dare una mano anche in altre situazioni.

       

      (Il Reportage completo sulla versione cartacea del Nuovo Amico n. 36 del 16/10/2022)


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