Una figlia di S. Domenico e della sua terra
L’associazione S. Margherita della Metola ODV di Sant’angelo in Vado è attiva nel nostro territorio da oltre 30 anni e organizza ogni anno il 1 maggio presso la chiesa di Santo Stefano in Metola e la prima domenica di agosto presso l’Oratorio le celebrazioni in onore della Santa. Quest’anno in particolare in occasione della santificazione ha presenziato la celebrazione d’agosto Padre Fabrizio Cambi del monastero Domenicani di Santa Maria Novella di Firenze. Riportiamo a seguire alcuni passaggi dell’omeila.
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È per il nostro Ordine una grande gioia, oltre che un onore, vedere come una figlia di san Domenico, S. Margherita della Metola, abbia tanti amici a Sant’Angelo in Vado, Mercatello e tutti i comuni limitrofi. L’amicizia, infatti, è una dimensione propria dell’esperienza domenicana, tanto che quando san Domenico si trovò a predicare nel sud della Francia riuscì a ricondurre alla santa fede cattolica l’oste eretico fermandosi a parlare con lui tutta la notte. Gli fece comprendere che era sì nell’errore, ma che non per questo non meritava l’amore di Dio, dei suoi figli e dei suoi ministri. Ci sono molti modi di vivere l’amicizia. Tra questi ve ne è forse uno poco considerato da molti, perfino da noi cattolici. Parlo della cosiddetta Comunione dei santi, o per dirla in termini più semplici, l’amicizia profonda che esiste fra coloro che sono di Dio. Santa Margherita, sull’esempio di S. Domenico, visse questa amicizia anzitutto nei riguardi di Dio, suo vero e unico amore. Da questo amore così ben ordinato sgorgò, come una fontana, l’amore per tutto quello che è del Signore: anzitutto per i santi e poi per quei “santi” ancora in cammino che siamo noi. Santa Margherita era infatti una donna pienamente inserita nel suo territorio che tanto amava e in qualche modo serviva. È figlia della sua terra, e la sua terra può e deve sentirla ancora oggi come una propria figlia da amare e da venerare come santa. Margherita, poi, trovò nel carisma dell’Ordine di san Domenico una via eccellente per mettere a frutto i talenti donatigli dal Signore. Nonostante la propria cecità e i propri problemi fisici non vi era giorno nel quale non cercasse di crescere nella conoscenza di Dio, consapevole che lo studio aiuta la preghiera, così come la preghiera dà calore e bellezza allo studio. Se di certo non riusciva a studiare leggendo, era però sempre pronte ad approfondire la propria conoscenza della Parola di Dio conservando e meditando tutto ciò che sentiva durante la predicazione dei suoi fratelli Domenicani. Studiare, infatti, non significa unicamente leggere, sottolineare e tenere a memoria un testo, ma anche – o forse soprattutto – conservare, pensare e meditare nel proprio cuore ciò che ascoltiamo.
S. Angelo in Vado – DI FR. FABRIZIO CAMBI