Fano
di Redazione
Corresponsabilità laicale, ministerialità, confronto comunitario sono solo alcuni dei temi affrontati dal Vescovo Armando, martedì 9 giugno, nella seconda giornata dell’Assemblea Pastorale Diocesana che quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria, non si è tenuta nella consueta modalità in presenza, ma on line.
Cristianesimo. “A lungo – ha sottolineato il Vescovo – ci siamo consegnati all’idea che il cristianesimo, per poter essere realizzato, dovesse prima essere detto. Cominciamo ora a capire che il cristianesimo per poter essere detto deve anzitutto essere fatto. I ripetitori, chiunque essi siano e per quanto valgono, non sono gli uomini nuovi di cui abbiamo bisogno. La fede cristiana deve essere testimoniata: non una testimonianza aggiunta, ma vita sgorgante dalla Parola. Dobbiamo offrire esperienze”.
Corresponsabilità. Il Vescovo si è, poi, soffermato sulla corresponsabilità. “La corresponsabilità non è solamente presenza esecutiva, non è l’affiancarsi dei gregari, di ‘utilizzabili’, non è ‘dare una mano’, non è una supplenza, non è assimilazione al prete. La corresponsabilità, affinché trovi una concreta strada da percorrere, è in primo luogo intimità di relazioni: “Da questi familiari rapporti tra i laici e i pastori si devono attendere molti vantaggi per la Chiesa. In questo modo infatti si afferma nei laici il senso della propria responsabilità, ne è favorito lo slancio e le loro forze più facilmente vengono associate all’opera dei pastori” (Lumen Gentium, 37). Da tale frequentazione può nascere una reciproca accortezza e sensibilità per le diverse vocazioni diffuse e il prenderci cura gli uni degli altri può diventare prassi quotidiana. La corresponsabilità apre anche alla questione della formazione e del sostentamento spirituale di quei laici che, dopo un adeguato discernimento, potrebbero essere inseriti nella ordinaria attività pastorale della parrocchia. Il fedele laico – ha proseguito il Vescovo – non è impegnato solo se ha degli incarichi in parrocchia o in diocesi, ma se fa quel che ogni giorno è chiamato a fare in famiglia e nell’ambito professionale con la carità del Vangelo. Qui è in gioco una formazione dei fedeli laici atta a considerare carisma e responsabilità ecclesiale il proprio lavoro, la propria famiglia, i propri quotidiani incontri. La testimonianza diventa quotidiana solo se il quotidiano si fa testimonianza. Non bisogna uscire dal quotidiano per vivere il vangelo! E allora corresponsabilità significa riconoscere il primato del “noi”, dilatandolo in senso universalmente inclusivo”.
Confronto comunitario. Il Vescovo ha posto l’accento sul confronto comunitario quale esperienza necessaria per farsi una visione sapiente della vita. Confrontare le proprie valutazioni è un modo per allargare i propri orizzonti e per reagire alle proprie paure: forse qualcun altro ha pensieri diversi dai nostri che possono arricchire il nostro punto di vista e viceversa; può farci uscire dal rischio di un solipsismo che ci rende prigionieri dei nostri pensieri e autoreferenziali… Tutto questo ha bisogno di una grande disponibilità all’ascolto”.