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      Aprono gli oratori di Pesaro

      RedazioneDi RedazioneNessun commento5 minuti di lettura
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      Aprono gli oratori di Pesaro

       

       

       

       

      Intervista

      DI ROBERTO MAZZOLI

      Finalmente ci siamo. Dal 29 giugno al 31 luglio riapriranno, tra eccezionali misure di sicurezza, gli oratori diocesani. A Pesaro circa dieci su trenta: Loreto, S. Luigi, S. Croce, Cappuccini, Novilara, Montecchio, Porto… Ne parliamo con don Giuseppe Fabbrini, responsabile diocesano degli oratori e parroco della parrocchia di S. Maria di Loreto.

       

      Don Giuseppe che significato ha quest’anno la riapertura degli oratori estivi?

      Un significato denso di attesa. A Pesaro siamo stati tenaci, abbiamo avvertito quanto fosse necessario riabbracciare i nostri bambini e le loro famiglie. Sappiamo bene quanto siano aumentate le difficoltà dei genitori. Al di là dei pur validi centri estivi in molti scelgono l’oratorio come via educativa. Purtroppo quest’anno non possiamo accogliere tutti. Daremo la precedenza a quelle famiglie che hanno maggiori necessità rispetto ad altre. Ci sono situazioni ad esempio in cui alcuni nonni non ci sono più per colpa del Covid. Alcuni casi li ho ben presenti perché li ho benedetti io. Ma penso anche ad oratori importanti come Montecchio dove è venuto a mancare il parroco don Orlando, che tanto si è dedicato alla cura dei ragazzi.

      Come avete superato difficoltà e burocrazia?

      Dapprima eravamo pronti ad inviare all’Asur tutti i documenti richiesti dalla cosiddetta SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività) con i calcoli degli spazi e planimetrie, poi c’è stato un cambio di competenze e ci è stato richiesto solo un modulo di comunicazione di apertura di attività. All’oratorio di Loreto ad esempio alla fine non avremo le consuete 600 presenze ma circa la metà. Inoltre tutti gli oratori hanno dato possibilità di accoglienza ai ragazzi con disabilità, molti dei quali hanno sofferto più di altri l’isolamento dei mesi scorsi.

      Quale sarà l’organizzazione?

      Gli oratori avranno la forma ad “arcipelago”, ovvero piccoli gruppetti per mantenere il distanziamento ed evitare assembramenti: sette bambini fino agli 11 anni, e dieci per i ragazzini più grandi. È stato eliminato l’obbligo del distanziamento all’interno dei gruppi perché non sarebbe possibile tenerli ad almeno un metro dall’altro, mentre è rimasto l’obbligo di mascherina e igienizzazione delle mani. I gruppi inoltre devono essere divisi tra loro e non potranno mescolarsi. Infine ogni gruppettino dovrà avere un maggiorenne come responsabile. Purtroppo non è stato accettato il nostro sistema che vedeva come educatori anche adolescenti di 16/17 anni. Un modello virtuoso di crescita studiato negli anni.

      Come avete “reclutato” il personale volontario?

      Nelle parrocchie c’è stato un appello agli adulti. Hanno risposto anche i nonni oppure i genitori che non lavorano. Naturalmente anche gli educatori adolescenti entreranno in questi gruppi. Come progetto generale dell’arcidiocesi abbiamo sposato il documento della Cei “Aperti per ferie 2”. Ognuno di noi ha presentato in Comune e in Regione questo modulo che è stato protocollato e che ci dà la possibilità di aprire. Più che un progetto di oratorio si tratta di una serie di disposizioni che garantiscono la massima sicurezza e tutti i parametri del protocollo sanitario. Poi dal punto di vista educativo ogni oratorio porta avanti il suo progetto.

      Ci puoi illustrare qualche progetto educativo?

      All’oratorio di Loreto il titolo sarà “La corona non fa il re”. Lavoreremo e giocheremo puntando sui cinque sensi visto che il virus ce li ha bloccati. Non possiamo più toccare, portare le mani in bocca o agli occhi, le orecchie non ce la fanno più, gusto e olfatto vengono meno. Quindi sarà una riscoperta metaforica dei sensi come l’osservare, l’abbracciare. Col desiderio che siano le nuove generazioni a indicarci le vie per migliorare le nostre relazioni. Vie umane ma supportate anche da una sinergia con la fede. Per cui cercheremo di sviluppare il sesto senso ovvero la capacità di vedere il nuovo. Inoltre in tutti gli oratori di Pesaro rileggeranno quello che è avvenuto perché dolore, sofferenza, morte vanno dette. Sicuramente dedicheremo molto tempo all’ascolto.

      Venendo al tema della sicurezza sanitaria, quali comportamenti adotterete?

      Una volta che i gruppi dell’arcipelago saranno formati, andremo a comporre l’elenco dei nomi. I ragazzi dovranno portare una scheda di autocertificazione firmata dai genitori per l’inizio attività, poi tutte le mattine verrà misurata la temperatura a ciascuno e riportata in un registro delle presenze. Dovremo anche regolare gli ingressi perché ai parenti dei bambini o loro accompagnatori è preclusa la presenza negli spazi degli oratori. Anche per il ritorno a casa ci sarà un orario preciso perché quando l’oratorio chiude inizieremo subito la disinfettazione per il giorno seguente.

      Nelle scorse settimane Il Nuovo Amico ha dato per primo la notizia sui fondi regionali Covid agli oratori. Quanto saranno importanti?

      Molto anche se non sappiamo ancora quanti soldi arriveranno e quando. Però ci saranno di grande aiuto; basti pensare al costo enorme di tutto il materiale per la disinfettazione quotidiana, visto che si tratta di prodotti certificati.

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