“La nuova edizione italiana del Messale Romano: un libro non solo per i preti” è stato il tema dell’incontro dei laici della nostra Diocesi con Goffredo Boselli, Monaco della Comunità di Bose e Liturgista, mercoledì 19 febbraio nella Sala Riunioni del Centro Pastorale Diocesano. Dopo l’introduzione di don Francesco Pierpaoli, Vicario per la Pastorale, che ha sottolineato l’importanza di questo appuntamento come aiuto a riscoprire il senso dell’azione liturgica nella vita del cristiano e della Chiesa, la parola è passata al relatore che, in maniera molto chiara, ha illustrato ai presenti i vari cambiamenti presenti nella nuova edizione del Messale con particolare riferimento alle novità nel rito dell’Ordo Missae.
Messale. “Il Messale non è il libro dei sacerdoti – ha ribadito più volte Boselli nel corso del suo intervento – ma della Chiesa, è il libro con il quale la Chiesa celebra l’Eucaristia, è il libro dell’assemblea liturgica, è il libro ufficiale della preghiera della Chiesa. Il Messale è il frutto dell’ascolto che la Chiesa, durante tanti secoli, ha fatto della Parola di Dio che è diventata preghiera, gesto liturgico, fede. E’, infatti, il libro della fede della Chiesa perché la Chiesa crede come prega. La Chiesa non solo crede ciò che prega, ma stabilisce la sua fede sulla sua preghiera”.
Rinnovamento liturgico. Boselli ha messo in evidenza come il rinnovamento liturgico sia iniziato facendo conoscere ai fedeli, ai laici i testi del Messale per mostrarne la ricchezza spirituale. “E’ necessario conoscere i testi liturgici perché questo arricchisce la nostra fede, fa dilatare la nostra fede alle dimensioni della fede della Chiesa”. Ha, poi, illustrato, in sintesi, alcune delle novità presenti all’interno della terza edizione del Messale in particolare quelle riguardanti l’Ordo Missae il rito per celebrare l’Eucaristia.
“La prima novità – ha affermato il Monaco di Bose – che balza agli occhi è il fatto che in questo Messale è stata inserita la musica. Ciò significa che la musica e il canto fanno parte integrante della celebrazione”. E ancora l’introduzione di sorelle accostato al termine fratelli ad indicare che le nostre assemblee liturgiche sono composte da uomini e da donne, quindi da fratelli e sorelle ed è giusto che la liturgia lo riconosca.
Gloria e Padre Nostro. Boselli ha, poi, messo in evidenza le due novità più conosciute, che sono state spesso riportate anche sui giornali, ovvero il cambiamento nell’inizio del Gloria e nella traduzione della preghiera del Padre Nostro. Nel Gloria “amati dal Signore” sostituisce “di buona volontà” recuperando il significato originale del termine greco eudokias ovvero oggetto della benevolenza di Dio, recuperando il termine greco. I Vescovi hanno scelto amati dal Signore anche per una questione di cantabilità poiché la melodia del canto del Gloria rimane la stessa anche cambiando i termini. Nel Padre Nostro “non indurci in tentazione” viene sostituito, nella nuova traduzione, da “non abbandonarci alla tentazione”. Nonostante la traduzione dal greco e dal latino, nella nostra mentalità è impensabile che Dio ci induca in tentazione. Noi chiediamo al Padre di essere preservati dalla tentazione e al tempo stesso di non abbandonarci alla tentazione forte.
Incontro con il Clero. Nelle giornate del 19 e 20 febbraio, Goffredo Boselli ha incontrato anche il Clero Diocesano per una due giorni di formazione proprio sul tema della nuova edizione del Messale.