Fotografie che raccontano storie, suscitano emozioni, fanno riflettere. Sono quelle della giornalista italo-siriana Asmae Dachan e di alcuni giovani fotoreporter siriani unite nella mostra “Siria tra macerie e speranze” inaugurata lunedì 20 gennaio alla Mediateca Montanari e che sarà visitabile, negli orari della Memo, fino al 23 febbraio. A introdurre la serata gli interventi del Sindaco di Fano Massimo Seri e dell’Assessore Samuele Mascarin che hanno sottolineato l’importante valore e forza delle immagini che raccontano un contesto difficile di guerra e distruzione dove a farne le spese sono soprattutto i civili.
Asmae Dachan. A dialogare con la giornalista la professoressa Antonella Ciaroni, introdotta dagli studenti del Polo 3 di Fano che hanno illustrato in sintesi la figura di Asmae Dachan, il suo impegno e i riconoscimenti avuti per la sua attività di giornalista e non solo.
Siria prima e dopo. Un breve video sulla Siria prima e dopo la guerra, una terra di colori, natura, bellezze storiche completamente distrutte, ha introdotto i presenti nel cuore del tema della serata. “La guerra in Siria – ha spiegato la Dachan – ha cambiato e stravolto il volto dell’intero Paese. Se pensiamo che ad Aleppo prima della guerra gli abitanti erano 22 milioni, ora, dopo 9 anni di conflitto, oltre 6 milioni sono gli sfollati interni che vivono in sistemazioni di fortuna e altri 6 milioni che vivono come profughi in Paesi limitrofi o fuori dai confini. La Siria – ha proseguito la giornalista – da sempre terra che accoglie è diventata un luogo da cui fuggire”.
Mostra. La collettiva fotografica racconta, in immagini, la vita dei civili immortalati tra le strade di Aleppo, Damasco, Homs, Deir Ezzor e altre città. Donne, bambini, anziani, giovani inermi privati del diritto alla pace, alla libertà, a una vita serena. “Ciò che io e i fotoreporter siriani abbiamo immortalato sono davvero pezzi di storia. Ogni foto racconta una realtà. Ciò che mi ha colpito maggiormente – ha raccontato la Dachan mostrando una fotografia a lei particolarmente cara – è stato l’incontro con una bambina di 4 anni, rimasta orfana dopo che un bombardamento aveva colpito i suoi genitori. Nel parlare con la nonna, che si sta prendendo cura di lei, ho scoperto che il padre della piccola era un giornalista che, per diverso tempo, ha collaborato con me nel raccontare la situazione in Siria e devo dire che questo mi ha emozionato particolarmente”.