
XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Anno C Forma breve:
Luca 16, 10-13
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».
Commento alle Letture della domenica
- Introduzione
Il vangelo parla di un amministratore “accusato di sperperare” i beni del suo padrone. Ma egli si fa furbo e si garantisce un futuro sereno. Gesù non approva la sua disonestà, ma mette in evidenza la scaltrezza nel risolvere il problema del suo futuro.
- Garantirsi un futuro sereno
Notiamo un generale scontento circa il presente. Abbiamo tutti vari motivi per lamentarci dell’oggi, e magari rimpiangiamo un certo passato. Gesù ci dice: “Non preoccuparti per la qualità del presente, ma valorizzalo, con saggezza, in vista di un futuro bello e felice”.
- La vita terrena…
Com’è questa vita terrena? Lo sperimentiamo tutti: la vita terrena è certamente un dono di Dio, un bene grande, perché la vita, anche se povera e limitata, è sempre vita, cioè partecipazione all’essere che ha la sua origine in Dio stesso.
Ma questa vita, tante volte, è segnata da fragilità, sofferenze, fatiche. Perché? Entrando nella vita, di fatto noi arriviamo in un ambiente inquinato dal peccato originale e dai peccati delle persone, per cui arrivano malattie, contrarietà e infine la morte.
Ci sono in questo mondo tante persone sagge e oneste; quanti Santi! Purtroppo si notano spessissimo odio, violenza, corruzione di troppe persone, come evidenziano il vangelo ed il profeta Amos. A volte, ci si mette anche la natura, sciupata anch’essa dal peccato originale e dallo sfruttamento egoistico dell’uomo.
- … è una opportunità…
Questi giorni terreni non sono una disgrazia, ma una magnifica opportunità. Ricordiamo le espressioni di S. Teresa di Calcutta: “La vita è un’opportunità, coglila. La vita è una sfida, affrontala. La vita è un dovere, compilo. La vita è amore, donala. La vita è tristezza, superala. La vita è una lotta, accettala. La vita è un’avventura, rischiala. La vita è la vita, difendila”.
Questo tempo terreno va vissuto non fine a se stesso: qui ci siamo per poco tempo e spesso non in condizioni ideali. Allora va valorizzato per il futuro. La parola di Dio suggerisce alcune idee:
- La carità della preghiera. “Dio vuole tutti salvi”. Noi possiamo aiutare il Signore a realizzare il suo progetto, pregando, pregando per tutti, pregando molto… Le Comunità, le famiglie che pregano, come sono preziose per la vita del mondo!
- La carità dell’onestà. Negli affari, nella politica, nello sport, deve fiorire molto l’onestà, che scalzi e vinca ogni forma di corruzione: la corruzione è maledetta da Dio, anche se ottiene più risultati, ma quanto male verso le persone e i poveri!
- La carità di aiutare gli altri con quello che possiamo: denaro, aiuti, vicinanza, affetto, volontariato, attenzione..
- … in vista del futuro
“Alla fine della vita saremo giudicati sull’amore”, dice un Santo, cogliendo il messaggio dal vangelo sul giudizio finale. Anzi saremo giudicati sulle opere di misericordia. Ecco la vita terrena, bella o brutta che sia, è un tempo opportuno per preparare il futuro, oltre questa vita, “le dimore eterne”. Le ricchezze, i beni terreni, e neppure la salute ci consentono di comprare l’eternità felice. Solo l’amore può, solo la misericordia ci dispone alla festa di Dio!
- Conclusione
Vorremmo tanto una vita bella, felice in questo mondo. È bene desiderarlo. Ma non illudiamoci, essa passa in fretta. Non possiamo fissarci sulla terra, dobbiamo guardare il cielo, l’eternità: “La vita presente ci è stata data per conquistare la vita eterna”, dice S. Pio: per essa dobbiamo valorizzare tutto quello che incontriamo giorno per giorno.
LETTURE: Am 8, 4-7; Sal 112; 1 Tm 2, 1-8; Lc 16, 1-13
DON PIERO PELLEGRINI