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      Home » L’inclusione lavorativa di migranti
      Fano

      L’inclusione lavorativa di migranti

      RedazioneDi RedazioneNessun commento3 minuti di lettura
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      Di inclusione lavorativa dei migranti, in particolare degli strumenti di orientamento e formazione per il mondo del lavoro e la formazione continua se ne è parlato giovedì 20 settembre alla Mediateca Montanari, nel seminario organizzato nell’ambito del progetto Erasmus+ – Migreat!. Una mattinata introdotta dall’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Fano Marina Bargnesi che ha sottolineato l’importanza di continuare la collaborazione con le reti associative presenti sul territorio che si occupano di migranti, e ha proposto ai presenti tematiche interessanti a cominciare dalla presentazione dell’app del progetto Migreat!.

      Migreat. “Si tratta – ha spiegato Kylene De Angelis di Training 2000 – di un’applicazione progettata per aiutare l’utente a comprendere la cultura, come lavorare e studiare nel nuovo paese ospitante e a identificare le competenze da migliorare per il mercato del lavoro. Un’app semplice e consultabile in diverse lingue per agevolare la fruizione da parte dell’utente”.

      Inclusione. Tanti sono stati gli interventi che si sono susseguiti nel corso della mattinata a cominciare da Stefano Schena, presidente ASFE (Azienda Servizi Formazione in Europa) di Verona, che ha trattato il tema dell’inclusione formativa e lavorativa dei migranti e dei richiedenti asilo partendo da un excursus generale sugli strumenti necessari per entrare nel mondo del lavoro ovvero tirocini e apprendistato e quello per mantenerlo ovvero la formazione continua; da Nicoletta Morbioli, dirigente del Centro Provinciale per l’istruzione degli adulti di Verona, che si è soffermata sulle competenze di base collegate alle sinergie tra istruzione degli adulti e formazione professionale facendo riferimento alla realtà dei CPIA, i centro provinciali per l’istruzione degli adulti. A seguire con Attilio Recchio, presidente di Glocal Factory, si è parlato del riconoscimento e della certificazione delle competenze, un passaggio indispensabile per contrastare disoccupazione ed emarginazione sociale. Prima di dare spazio alle testimonianze, Paolo Tosato, di Confcooperative Veneto, ha offerto ai presenti uno sguardo sul bilancio di competenze, formazione e avvio al lavoro.

      Lavoro. La parola è poi passata agli operatori della cooperativa Labirinto che hanno spiegato in breve la struttura e le finalità della cooperativa stessa e a Tatijana Cinquino di Caritas Diocesana che ha trattato il tema dell’inclusione lavorativa proprio secondo la Caritas della Diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola. “Come Caritas ci occupiamo di lavoro perché pensiamo che sia centrale per un vero completamento della dignità umana e perché il mercato del lavoro è diventato ‘difficile’, riguarda diversi enti e necessita di strumenti tecnici”. La Cinquino si è soffermata su come la Caritas Diocesana si occupa di inclusione lavorativa: con la conoscenza approfondita delle persone e delle loro aspirazioni, con una forte presa in carico e con il supporto, anche economico, nelle diverse fasi della ricerca attiva del lavoro e del coinvolgimento dell’ente pubblico e privato, con l’orientamento individuale e di gruppo e con il sostegno economico per corsi professionalizzanti. “Nel 2017 – ha proseguito Tatijana facendo riferimento ai dati Caritas – abbiamo supportato 36 persone, 23 uomini e 13 donne di cui 11 richiedenti asilo. Dal 2018 ad oggi, 32 stranieri di cui 16 richiedenti asilo, 21 uomini e 11 donne. Gli ostacoli riscontrati – ha concluso Tatijana – sono stati la lingua, il contesto culturale, l’instabilità abitativa, la limitata conoscenza delle leggi sul lavoro e la relazione sui diversi permessi di soggiorno. Fra i risultati finali, la spinta motivazionale della persona a lavorare e a rimanere in Italia”.

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