“Noi siamo dei nonni chiamati a sognare e dare il nostro sogno alla gioventù di oggi: ne ha bisogno. Perché loro prenderanno dai nostri sogni la forza per profetizzare e portare avanti il loro compito”. Sono queste le parole con cui Papa Francesco si è rivolto ai cardinali nel giorno in cui ricordava il suo 25° anno di ordinazione. Giovani. Vorrei proprio invitarvi a riflettere pensare che questo sinodo ha scelto di parlare dei giovani forse perché parlando di giovani si mettono in questione anche gli adulti e la Chiesa. Da sempre i cristiani cercano di consegnare a chi viene dopo di loro quanto hanno di più caro: la fede, il Vangelo, il segreto di una vita cui l’incontro vivo con il Signore dà senso pieno. Ma oggi la maggior parte dei giovani non ha una vera occasione per questa consegna. Il Sinodo ci chiede di considerare gli aspetti complessi di questo passaggio generazionale. Dunque, si parla di giovani ma anche di adulti. I giovani non sono oggetti di un’analisi scientifica, quasi si trattasse di una specie in via di estinzione: sulle nuove generazioni è chiamata in causa tutta la Chiesa. E questo mi fa tornare al sogno di Papa Francesco che coincide con il «sogno dei nonni»: Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione » (Evangelii Gaudium, 27) Mettersi in Ascolto delle giovani generazioni significa smettere di lamentarci ed essere una chiesa immagine del fratello maggiore della parabola del figlio prodigo e cominciano già col chiamarla parabola del Pare misericordioso riconoscere che quando non partecipano a messe, lodi, vespri, processioni siamo anche noi, la vita ordinaria delle nostre comunità ad esserci allontanati da loro …dall’essenziale del vangelo aggiungo io! Coraggio nel presente e fiducia nel futuro questi sono i giovani: «Per i giovani l’avvenire è lungo e il passato breve; infatti all’inizio del mattino non v’è nulla della giornata che si possa ricordare, mentre si può sperare tutto. Essi sono facili a lasciarsi ingannare, per il motivo che dicemmo, cioè perché sperano facilmente. E sono più coraggiosi; poiché sono impetuosi e facili a sperare e di queste due qualità la prima impedisce loro di aver paura, la seconda li rende fiduciosi; infatti nessuno teme quando è adirato, e lo sperare qualche bene dona fiducia. E sono indignabili» … fin qui Aristotele (Aristotele, La retorica, II, 12, 2).
Questione educativa. Don Michele Falabretti, responsabile del Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile che guiderà l’assemblea diocesana di domenica 4 Marzo che si terrà presso il Centro Pastorale di Fano, al giornalista che gli chiedeva il senso delle domande inviate dal papa a tutte le diocesi del mondo in preparazione del Sinodo così rispondeva: “Se si trattasse solo di rispondere ce la caveremmo in una settimana. Dentro quelle domande, invece, ce n’è una più grande: ai cristiani quanto stanno a cuore i loro figli? Ho l’impressione che ci siamo un po’ stancati della “questione educativa”, ma non possiamo tornare ad accorgerci della sua importanza solo quando accade il fattaccio di cronaca… L’educazione è cura, compagnia, ascolto, condivisione, ha a che fare più con la bellezza che con il dramma”. Un Sinodo “dei” giovani e non “sui” che ci apre alla speranza, che allarga gli orizzonti e ci aiuta a chiamare ricerca, desiderio di felicità che passa attraverso la critica, quello che molti oggi, purtroppo, definiscono solo rifiuto e abbandono solo perché sono manifestati con atteggiamenti e parole «fuori dal recinto». Ci orienti con fiducia all’ascolto dei giovani questa citazione tratta da un discorso che il sindaco di Firenze, Giorgio La Pira fece il 26 febbraio 1964 alla Conferenza Internazionale della Gioventù per la pace e il disarmo: “Le generazioni nuove sono come gli uccelli migratori: come le rondini: sentono il tempo, sentono la stagione: quando viene la primavera essi si muovono ordinatamente, sospinti da un invincibile istinto vitale – che indica loro la rotta e i porti!- verso la terra ove la primavera è in fiore! Così le generazioni nuove del tempo nostro sentono il tempo: sentono la stagione storica nuova del mondo; sono internamente mosse da un invincibile istinto vitale che Dio loro comunica e che fa loro scoprire ed attraversare le frontiere nuove e le introduce – come Israele! – nella terra promessa ove scorre il latte ed il miele”.