URBINO – Un santo caro agli Urbinati. San Giuseppe ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, ha dimostrato come sappia attirare tanti fedeli in occasione della sua festa, sfidando lo spostamento di un giorno e l’ora mattutina. L’oratorio barocco lunedì scorso si è infatti riempito di gente in entrambe le funzioni, presiedute la prima dall’arcivescovo Tani e la seconda dall’assistente ecclesiastico mons. Gregoratto. Il vescovo Giovanni ha preso spunto dal Vangelo ricordando la fiducia di Giuseppe che, pur pochissimo citato nel Testamento, è ricordato proprio per il suo assecondare la volontà divina con spirito non tanto di rassegnazione, quanto di totale affidamento al Signore, accettando di crescere Gesù e di vivere al fianco di Maria. La sua fiducia dev’essere per noi modello cui riferirci. Le preghiere dei fedeli, scritte anni or sono in maniera specifica per la ricorrenza, hanno citato una delle categorie protette da Giuseppe, oltre ai padri e ai falegnami: quella dei moribondi e dei condannati a morte. Una festa che un tempo si celebrava in oratorio infatti era quella del Transito di San Giuseppe, momento che certamente avvenne prima della Passione di Gesù e quindi in sua presenza. La scena è raffigurata in maniera molto struggente nel bel dipinto di Carlo Roncalli posto sulla parete destra. L’oratorio oggi è sempre più meta di visitatori e turisti, attratti soprattutto dal presepe ma, una volta entrati, spesso stupiti di trovare nella città del Rinascimento un così bell’esempio di Barocco, con sorprese in ogni angolo. I gioielli di san Giuseppe sono davvero tanti, e gli Urbinati ogni anno sono sempre estasiati: il lampadario di Murano, la cappellina dello Sposalizio, l’organo che anche lunedì ha suonato potente, il mobile da sacrestia con le ante dipinte dal De Marchis, il bassorilievo del Rosselli, la pianeta degli Albani, le suppellettili sacre. È intenzione della confraternita valorizzare progressivamente questi e altri piccoli gioielli, tramite delle esposizioni che in futuro animeranno ancor di più il lato museale dell’oratorio, costituendo così assieme a quello di san Giovanni un piccolo “polo museale” che in via Barocci sta lentamente conquistando sempre più visitatori.
Giovanni Volponi