URBINO – Domenica 14 febbraio di mattina, a Crocicchia, contrariamente al solito, c’era un gran movimento di macchine e di persone: si sarebbe celebrato il 25° di sacerdozio di don Roberto Crapanzano nella chiesetta intitolata a S. Giovanni Battista, di cui il sacerdote è titolare e dove celebra ogni domenica. I celebranti presenti alla cerimonia erano, oltre a p. Roberto, l’Arcivescovo mons. Giovanni Tani, don Patrizio Dander, e il giovane don Andrea Righi, che proprio a padre Roberto aveva manifestata l’intenzione di recarsi in seminario. La chiesetta era gremita di amici, venuti anche da lontano, per dimostrare la propria vicinanza al festeggiato; tra questi, anche persone con evidenti difficoltà fisiche; inoltre, erano presenti i suoi familiari: i genitori, il fratello con la propria famiglia, mentre la sorella non aveva partecipato per motivi familiari. Padre Roberto era molto emozionato, anche perché la cosa gli era stata tenuta segreta fino a due giorni prima. A tener le fila del tutto una nostra amica e don Patrizio Dander, un orionino parroco di una parrocchia di Alessandria e che ogni estate trascorre un po’ di giorni a Crocicchia. L’Arcivescovo ha parlato dell’anniversario ricordando anche la festa di S. Valentino e dicendo che P. Roberto, anche lui orionino, è un innamorato: del suo sacerdozio, della Parola e della sua scelta di vivere da eremita a Crocicchia, scelta che lo aveva visto in altre località, tra cui Pontremoli, nell’alta Toscana. Padre Roberto è però radicato nella nostra diocesi dove è una presenza che se non ci fosse bisognerebbe creare perché proprio lì delle persone alla ricerca di qualcosa di diverso trovano la loro risposta. Al termine della celebrazione religiosa, la consegna di significativi doni: 4 volumi dal titolo “Un ebreo marginale, ripensare il Gesù storico” di John Paul Meier, biblista e presbitero statunitense, edit. Queriniana; l’opera ha 3.312 pagine, che don Patrizio ha accompagnato col proverbio “Quando l’acqua è abbondante, la terra ha i suoi benefici”. Gli è stata poi consegnata una sciarpa di vari colori, dono dei suoi genitori, che proviene dalle monache che gestiscono un orfanotrofio a Betlemme, dove è scritto il Padre Nostro in 10 lingue. Gli è stato poi consegnato un bastone di canna di bambù, preparato da una di noi, con scritti i nomi dei suoi amici. Questo ha un po’ sollecitato la comune ilarità e ha fatto dire al nostro Arcivescovo “ma allora tu mi vuoi rubare il mestiere!”. Alla fine P. Roberto, commosso ed emozionato, ha ringraziato di cuore tutti i presenti, facendo loro dono di una poesia di padre Turoldo sull’amicizia e invitando a firmare su un apposito libretto, che sarebbe rimasto per lui un prezioso ricordo.
Il giorno dopo, p. Roberto ha celebrato, assieme all’amico don Patrizio, presso le suore Clarisse di Urbino, che gli hanno fatto dono di una Bibbia con una custodia di pregio lavorata a mano.
M. C.