Dopo il diluvio l’Europa prende il volo
Una scena da un’opera di Ibsen. Sulla baldoria di crociera scende improvvisa una voce “C’è un morto nella stiva” ed è cupo silenzio. È bastata quella voce per riportare ognuno nella propria personale realtà. Parallelamente nel frastuono della politica si eleva un grido, tragicamente reale, “Ci sono decine di migliaia di morti nella larga e impietosa stiva del nostro mare” non basta a far tacere il mondo della politica, sorda al richiamo della storia. L’emergenza migranti è uno di quei fenomeni epocali a cui non si può sfuggire, appellarsi alla storia, a questo punto, diventa una necessità, non solo per capire il presente ma anche per intravedere il futuro. È apparso recentemente in libreria il saggio dello studioso Federico Chabot con il titolo “Storia politica del Mediterraneo” (Brescia Morcelliana p.208 – € 16) scritto allo scadere degli anni Trenta, in pieno periodo fascista, e tuttavia inopinatamente scientifico e attuale. Lo cito non tanto per spiegare il fenomeno migratorio quanto invece per riaffermare e convincere che la terraferma d’Europa e il bacino del Mediterraneo costituiscono un unico continente. Lo è fisicamente, economicamente, culturalmente e storicamente ed oggi la sua vocazione, per il patto della UE (Unione Europea) lo è, o dovrebbe esserlo, anche politicamente. L’autore del saggio non si è lasciato sedurre dalla retorica del fascio e dell’ineffabile impero, pertanto la sua testimonianza si mostra credibile, attuale e utile come riferimento. Ma si rivela un inconsapevole profeta pensando ad un’Europa di Stati e ad un’invasione da Sud verso Nord, a una specie di emigrazione molto simile all’attuale. Il suo è un saggio che scuote la fantasia verso molte riflessioni non esclusa l’eventualità di grandi conflitti. Egli è “alla ricerca di una storia totale attento agli eventi che segnano fratture epocali”.
Proprio di questo volevo scrivere, del fenomeno migratorio, inarrestabile ed incancellabile. Perciò urge che la politica europea cambi rotta e non può rimanere sorda alla lezione della storia e non può permettere che il suo mare diventi un cimitero.
Ma all’imbrunire di questa calda stagione, non solo politicamente travagliata si moltiplicano segnali di svolta che vanno dai Balcani all’Inghilterra e interessano quasi tutti gli Stati della EU. Si rivedono criticamente gli atteggiamenti e i giudizi verso gli immigrati e altronde si aprono le porte ai profughi.
È un vero risveglio della coscienza civile e quindi della pratica delle politiche. Ma il segnale più forte e sicuro viene dalla mobilitazione solidale di tanti europei così come è avvenuto già in Italia e avviene tuttora a cominciare da Lampedusa. L’Europa solidale sta prendendo il volo dopo il diluvio di insulti xenofobi. Se la potenza delle immagini, della parola e del servizio è capace di di risollevare la coscienza morale e riscrivere la voce “dovere” gran merito va alle Chiese ed in Italia alla Chiesa Cattolica. Gli indifferenti e i lontani difficilmente potranno riconoscerlo. Ma il dono di Papa Francesco, il Giubileo della Misericordia va alla radice di un cambiamento per riprendere in mano la storia e il suo futuro. Aiutare un fratello che è nel bisogno senza avere apparentemente nulla di ritorno è già misericordia.
Raffaele Mazzoli