L’iniziativa dell’UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) patrocinata dal Comune di Pesaro “Interrogativi intorno all’anno della fede” sul tema È ancora possibile credere? e l’approccio con il breve saggio apparso in Avvenire del teologo Bruno Forte che cito fra virgolette, mi spingono a introdurre questa riflessione assai attuale.
Villaggio globale e realtà virtuale, globalizzazione, sono termini correnti ad indicare l’accelerazione di un cambiamento che coinvolge tutto e tutti, compresa la sfera spirituale e religiosa. Resta comunque vivo il bisogno di politica, di economia e di cultura. Cresce sorprendentemente il bisogno di spiritualità. Di quello che il sistema mediatico mette in rete e distribuisce, con la consuetudine del mercato e del consenso, gran parte viene raccolto a soddisfare un’esigenza consolatoria che sostituisca, in qualche maniera, la speranza e l’innata ricerca di salvezza. Campo aperto quindi per il Cristianesimo e come esso, nella varietà dei contesti e delle sue tradizioni confessionali, specialmente nella esperienza di universalità, possa contribuire a costruire una risposta..
Fra gli ambiti di impegno, che si lasciano riconoscere come ineludibili per il cammino di tutte le Chiese, primaria senza dubbio è la testimonianza come risposta alla domanda di spiritualità. Ciò che la Modernità aveva contrapposto (antitesi) e separato, la teoria dalla pratica, la razionalità dall’esperienza…, la fede dalla vita, il Post-moderno sembra spingere a saldare i due momenti. L’alternativa della fede alla astrattezza delle ideologie sta nello sperimentare un rapporto personale con la Verità. “Non qualcosa che si possiede, ma Qualcuno dal quale lasciarsi possedere” e come la dimensione contemplativa sembra offrirsi a via verso l’integrazione.
“Si può quindi supporre che il futuro del Cristianesimo o sarà più spirituale e mistico, ricco del Mistero divino, o potrà ben poco contribuire alla crisi e al cambiamento in atto nel mondo”. La ricerca di un nuovo consenso di fronte alle attuali emergenze chiede ai cristiani una risposta affidata alla Testimonianza della loro fede nel Dio di Gesù Cristo e ai teologi “una teologia più teologica nel significato di essere più collegata al vissuto spirituale”.
Tutto ciò comporta alle Chiese conversione missionaria, inculturazione della fede e apertura ecumenica che richiami costantemente l’universalità del messaggio cristiano.
Raffaele Mazzoli