Arrivederci caro amico Graziano
Il ricordo di un sacerdote testimone di umiltà, disponibilità e servizio. Un pezzo di storia della Chiesa pesarese e della comunità di Cattabrighe
Pesaro
DI DON FRANCO TAMBURINI
Il 9 marzo scorso si è spento a Senigallia don Graziano Ceccolini. Trasportato all’ospedale di quella città domenica 8 marzo in gravi condizioni, il giorno dopo ha chiuso gli occhi per sempre a questo mondo per aprirli alla contemplazione di quel Dio che ha sempre amato e per il quale ha vissuto tutta la sua vita. Erano giorni di grande disorientamento. La Cei, vista la diffusione del virus aveva vietato la celebrazione dell’Eucarestia con i fedeli ed anche dei funerali: così don Graziano se n’è andato solo con una benedizione al cimitero. Ma certamente in cielo Dio ha fatto festa per questo suo servo fedele che ritornava alla Casa del Padre dopo un cammino di 83 anni sulla terra. Io stesso successivamente sono stato colpito dal virus e ricoverato all’ospedale e poi a Galantara fino al 15 maggio.
Concilio. Con don Graziano ci siamo conosciuti in Seminario. Lui è stato ordinato sacerdote il 29 gennaio 1961 assieme a don Alfio Giorgi e a Ferruccio Palazzi: i suoi amici, entrambi già passati da qualche anno alla Casa del Padre. Dopo l’ordinazione un breve periodo di ministero a Cristo Re poi la nomina a vice Parroco a S. Maria di Loreto, dove don Graziano si fa subito apprezzare per la sua simpatia, la sua disponibilità e la sua umiltà. Nell’ottobre del 1962 mons. Borromeo nomina don Graziano parroco di S. Marina e S. Terenzio in Cattabrighe. Nello stesso mese viene trasferito da S. Maria dell’Arzilla a S. Maria delle Fabrecce don Igino Corsini e il sottoscritto viene nominato vicario economo e poi parroco della Parrocchia S. Martino in Pesaro, istituita nello stesso giorno. Con don Luigi Ricci, parroco a S. Veneranda inizia un rapporto di collaborazione pastorale che diventerà sempre più intensa e anche un rapporto di amicizia fraterna. Viviamo insieme gli anni del Concilio e poi del post Concilio. Una collaborazione sempre più intensa e un’amicizia sempre più profonda. Prende corpo poi la Vicaria del Suburbio che con l’arrivo di mons. Michetti diverrà la vicaria della “fascia rossa” e Don Graziano sarà il vicario per tanti anni. La domenica pomeriggio ci ritroviamo tutti e quattro per due ore insieme per andare a trovare qualche prete di periferia (don Armando Paci e don Giovanni Barilari in particolare). E per qualche anno anche 10 giorni di vacanza insieme in montagna.
Confraternite. Prima di concludere un ricordo particolare. Il Vescovo Michetti nomina don Graziano amministratore unico di tutte le Confraternite della Diocesi, soppresse canonicamente da mons. Porta, ma civilmente ancora esistenti perché quasi tutte avevano la personalità giuridica. Don Graziano, anche se con fatica, accetta e lavora nel silenzio, con impegno avvalendosi della collaborazione del geom. Paolo Morsiani. Un lavoro delicato e complesso che don Graziano porta avanti con scrupolo, umiltà e rispetto per le comunità parrocchiali nelle quali erano le confraternite. Ci siamo ritrovati nella Casa del Clero. Speravamo di vivere qualche anno ancora insieme, ma… Il mio vuole essere un ricordo ma anche un grazie a don Graziano per la sua amicizia, la sua testimonianza di umiltà, la sua disponibilità e il suo spirito di servizio. Dalla sua bocca mai una parola che potesse ferire. Comprendeva tutto e tutti e aiutava quanti si rivolgevano a lui, senza chiedere nulla. Grazie don Graziano, per la testimonianza che ci hai dato. Prega per noi e arrivederci in Paradiso.