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      Home » I miti pesaresi del motociclismo
      Cultura

      I miti pesaresi del motociclismo

      RedazioneDi RedazioneNessun commento3 minuti di lettura
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      Il Moto Club Benelli di Pesaro ha consegnato al pesarese Paolo Campanelli la tessera di Socio 2018 della Federazione Motociclistica Italiana in occasione dell’annuale assemblea elettiva svoltasi nei giorni scorsi. Campanelli, classe 1931, è salito 30 volte sul podio, nel corso dei suoi 32 anni di carriera, che lo hanno visto correre su Benelli, Ducati, Gilera, MotoBi e Norton. Insieme a lui, frequenta il Moto Club Benelli un altro pilota d’annata: Silvio Grassetti, classe 1936, 3 volte vincitore di un Gran Premio di Campionato del Mondo e 3 volte Campione Italiano. Nel frattempo, il Club ha già inoltrato in Federazione la richiesta di licenza internazionale per altri due suoi Tesserati tuttora in piena attività: Valentino Rossi e Franco Morbidelli, Campione del Mondo in carica nella Moto 2. Vale la pena di ripercorrere rapidamente la carriera dei nostri miti del passato.

       

      Campanelli. Paolo Campanelli, che ha ereditato la passione per i motori dal padre Bruno. Ha soli 15 anni quando inizia l’avventura sulle due ruote subito dopo la guerra nel 1946 Trentadue anni di attività sportiva che gli consentono ancora oggi di vantare il titolo di centauro pesarese più longevo. Nel 1952 è campione d’Italia, su Gilera Saturno, classe 500 cc, II categoria ma il primato più prestigioso arriva alla prima edizione del Motogiro (1953), dove conquista il secondo posto dietro il bolognese Poldo Tartarini. Un secondo posto che vale ancora di più considerato il fatto che Campanelli riuscì a superare moto di cilindrata superiore in una gara che vedeva all’opera il meglio dell’industria motociclistica dell’epoca.

       

      Grassetti. Silvio Grassetti figlio di un ex dipendente della Benelli che aveva aperto un’officina meccanica, iniziò la sua carriera nel motociclismo sportivo in sella ad una motocicletta proprio di quella marca nel 1956. Dopo due anni passati a gareggiare da privato, venne ingaggiato come pilota ufficiale della casa pesarese per competere nelle gare del Campionato Italiano Seniores; nel 1961 giunge al secondo posto alle spalle di Tarquinio Provini. Nel 1959, intanto, aveva già fatto il suo debutto nel motomondiale. Andato a punti per la prima volta nella stagione iridata 1961, gareggiò per altri 14 anni in diverse categorie e alla guida di moto di marche diverse, dalla Bianchi alla Moto Morini per arrivare alle Yamaha e alla Jawa; proprio con quest’ultima raggiunse il miglior risultato in carriera piazzandosi al secondo posto finale nella classifica del motomondiale 1969 classe 350 alle spalle di Agostini.

       

       

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