CANAVACCIO DI URBINO – Domenica scorsa 16 novembre una bella mattinata di sole, che ha dato temporanea tregua al persistente maltempo di questi giorni, ha accompagnato don Alessandro Mastropasqua nel suo solenne ingresso come parroco di Santa Maria Assunta in Canavaccio e Santo Stefano in Gaifa. Incarico che si aggiunge a quello di Amministratore parrocchiale di Calmazzo, ricevuto nel marzo 2013.
La chiesa parrocchiale di Canavaccio, finemente addobbata a festa, ha visto presenti – si può dire – tutti i parrocchiani: bambini del catechismo, giovani, adulti e famiglie, anziani. Pronti ad accogliere il nuovo parroco e a far festa con lui. La celebrazione, animata in maniera impeccabile dal coro, è stata presieduta dall’arcivescovo, mons. Giovanni Tani, che nell’omelia ha rimarcato il valore della comunione tra i presbiteri, la necessità di collaborazione nelle varie iniziative e attività che chiamano in causa non solo la comunità parrocchiale specifica, ma l’intera unità pastorale. Questo nuovo stile ecclesiale che sta realizzandosi passo dopo passo nel tessuto dell’intera Arcidiocesi di Urbino – Urbania – Sant’Angelo in vado, aiuterà senz’altro sacerdoti e parrocchiani a vivere con maggiore senso di corresponsabilità la propria fede ed il proprio sacerdozio battesimale, nel segno di una condivisione ed apertura capace anche di sopperire al numero sempre più esiguo di presbiteri.
Davvero suggestivo il rito dell’ingresso, dove il neo parroco, guidato dal Vescovo, “prende possesso” della parrocchia che si appresta a servire: benedice la “sua” gente con l’acqua benedetta, riceve le chiavi del tabernacolo e della chiesa, incensa per la prima volta l’altare, si accosta al confessionale e proclama ufficialmente il Vangelo. Presi uno ad uno sono piccoli gesti, ma visti nella loro unitarietà rappresentano il cuore e la bellezza del nostro ministero di sacerdoti: siamo infatti chiamati ad annunciare il Vangelo, a porgere alla nostra comunità Cristo, «pane santo della vita eterna», ed a far sperimentare la gioia del perdono… il tutto nello spirito dell’accoglienza, della disponibilità e dell’attenzione a chi ha più bisogno.
Carissimo don Alessandro, carissimo parroco, carissimo confratello, il Signore benedica il tuo ministero. Te lo augura l’intera comunità diocesana… con le parole del rito che hai vissuto domenica scorsa: «Il Signore ti conceda di presiedere e servire fedelmente, in comunione con il tuo Vescovo, questa famiglia parrocchiale, annunziando la Parola di Dio, celebrando i santi misteri e testimoniando la carità di Cristo».
Don Andreas Fassa