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      Home » Questa malattia non è per la morte
      Pesaro

      Questa malattia non è per la morte

      REDAZIONE FANODi REDAZIONE FANONessun commento2 minuti di lettura
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      L’ 8 ottobre 2015 don Gino Rossini tornava alla Casa del Padre. Era nato a Pesaro il 20 agosto 1951 ed ordinato sacerdote il 25 giugno 1977. Aveva ricoperto numerosi incarichi a servizio della Chiesa ma per tutti era il parroco del Duomo e soprattutto il segretario del vescovo di Pesaro mons. Gaetano Michetti. Lo scorso 8 ottobre nella ricorrenza del suo decennale è stato ricordato con un Santa Messa durante la quale abbiamo raccolto questa testimonianza che pubblichiamo.

      «Mi chiamo Carlotta e con mio marito Marco Valerio abbiamo frequentato il corso prematrimoniale di Don Gino. Poi, dopo il matrimonio nel 2006, i suoi incontri dedicati alle giovani coppie, appena sposate. Il 1° marzo 2011 mi hanno diagnosticato un tumore raro alla gamba, un sarcoma, con necessità di operazione molto urgente. Quel pomeriggio abbiamo chiamato Don Gino e siamo subito andati da lui, disperati e frastornati. Lui, molto tranquillo, ci ha detto: “questa malattia non è per la morte, ma per la santità”. Sinceramente in quel momento ci è sembrata una frase strana, che non abbiamo capito. Ha pregato per noi e con noi e ci ha dato una reliquia di San Giovanni Paolo II. Nei mesi successivi c’è stata una girandola di eventi che si può immaginare: chirurgia, brachiterapia, radioterapia, riabilitazione, TAC integrali ogni 2 mesi, in particolare all’inizio. Per 4 anni consecutivi siamo andati in pellegrinaggio a Lourdes. Poi siamo approdati a una comunità cattolica carismatica, la Koinonia Giovanni Battista, di cui ancora facciamo parte e che Don Gino ha conosciuto. Fino ad allora ero sempre andata alla messa, ma era più che altro un lavoro: era giusto andare e io andavo. “Questa malattia non è per la morte, ma per la santità.” Posso dire oggi che la frase di Don Gino ha assunto un significato per me profetico, non perché io sia diventata santa, ma perché attraverso di lui ho incontrato Gesù come mai prima e, ancora, come riesco, cerco di seguirlo. Grazie Don Gino!».

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