L’8 maggio di quest’anno è stato presentato a Camerino, al monastero Santa Chiara, il volume “Battista da Varano – La purità del Cuore ed altri scritti” a cura di Silvia Serventi, Milano 2024. Il libro è stato pubblicato per onorare il quinto Centenario della morte di Santa Camilla Battista (1524) conclusosi nel maggio del 2024.
Religiosa francescana. Camilla, figlia naturale di Giulio Cesare da Varano (1434 -1502), nacque a Camerino nel 1458. Non aveva più di nove o dieci anni quando ascoltò una predica sulla Passione di Cristo Gesù di Fra’ Domenico da Leonessa, francescano dell’Osservanza, grande predicatore, che invitava gli ascoltatori a riflettere ogni venerdì sulla passione di Cristo. Camilla, dopo aver ascoltato il predicatore, fece il voto di versare ogni venerdì «una lacrimuccia» e onorò questa promessa nel tempo.
Vita spirituale. Questo semplice, ma coraggioso impegno, abbracciato da una bambina nel giorno del Venerdì Santo, fu osservato da Camilla con costante fedeltà e la condusse, nel tempo, a un’intensa vita spirituale. Nel trascorrere degli anni si matura in Camilla la vocazione claustrale e nel 1481 entra, a 33 anni, nel monastero di Santa Chiara a Urbino, prendendo il nome religioso di Suor Battista e dopo tre anni di vita claustrale ad Urbino insieme con altre consorelle, erige il monastero di Camerino, anche dietro sollecitazione del padre Giulio Cesare che voleva vicino a sé la figlia.
Dolori. Nel 1488 scrisse i dolori mentali di Gesù. Camilla ebbe un’intuizione geniale ed unica nel suo genere ovvero quella di riflettere non tanto sulle sofferenze fisiche patite dal Redentore, ma sulle sofferenze mentali del Cristo e ne numera ben otto. Sono tre gli schemi di questa santa che hanno attratto la mia attenzione: il «Primo dolore! Che Cristo benedetto portò nel suo cuore per tutti i dannati!». Il «Terzo dolore! Che Cristo benedetto portò nel suo cuore! Per la gloriosa Vergine Maria» e il «Settimo dolore! Che Cristo portò nel suo cuore! Per l’ingratitudine del suo prediletto popolo giudaico!».
Monasteri. Nel 1501 Camilla dovette abbandonare forzatamente il monastero di Camerino e trovò rifugio nel monastero delle Clarisse di Atri. In quel triste periodo vennero uccisi da Cesare Borgia, detto il Valentino, il padre e due suoi fratelli. Solo Giovanni Maria, il fratello minore di Camilla, scampò all’eccidio, perché fortunatamente si trovava con la madre a Venezia. Il giovane rientrò a Camerino nel 1503, insieme alla madre Giovanna Malatesta. Il 28 gennaio 1505 papa Giulio II, estimatore di Camilla, la inviò a formare una nuova comunità di clarisse nella città di Fermo, dove si trattenne due anni. Creò anche la nuova comunità di clarisse a San Severino Marche negli anni 1521-1522.
Camilla Battista venne proclamata beata da papa Gregorio XVI il 7 aprile 1843 e santa da papa Benedetto XVI il 17 ottobre 2010.