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      Home » Ferite di luce: la bellezza dell’immagine unita a quella della Parola
      Urbino

      Ferite di luce: la bellezza dell’immagine unita a quella della Parola

      Francesca BrancatiDi Francesca BrancatiNessun commento3 minuti di lettura
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      Grande partecipazione di studenti e fedeli alla catechesi di don Luigi Maria Epicoco, organizzata dai Frati Conventuali di Urbino e dal gruppo degli amici di San Francesco

      Chiesa di San Francesco gremitissima perlopiù di giovani, un grande bagno di folla, per l’incontro, con don Luigi Maria Epicoco, organizzato nei giorni scorsi, dai Frati Conventuali di Urbino, insieme agli amici di San Francesco. Un gruppo che sta gradualmente aumentando per dare una nuova vitalità al luogo e alla spiritualità francescana. L’incontro ha inteso riprendere il tema delle stimmate del Poverello di Assisi, a 800 anni da questo dono di Grazia.

      L’opera d’arte. Si è partiti dall’analisi del quadro sulle stimmate, realizzato dal giovane artista Elvis Spadoni, nato in Urbino, ma ora vive e opera a Sant’Arcangelo di Romagna. Così gli organizzatori hanno inteso unire la bellezza dell’arte con quella della Parola. Ha introdotto l’incontro il Guardiano padre Andrea Cannuccia, quindi padre Francesco Acquabona ha presentato l’artista Elvis Spadoni, con cui da tempo collabora, organizzando e curando mostre. L’artista  ha evidenziato di aver voluto dare una diversa rappresentazione delle stimmate narrate nelle biografie di San Francesco, sostituendo il Cristo con una luce assoluta che circonda l’intera figura del Santo e trapassa le stimmate stesse. Ha ricordato inoltre di aver lasciato il saio aprirsi arioso e leggero, a simboleggiare l’esperienza di assoluta liberta, da parte di chi incontra il divino.

      Catechesi.  «Ho chiesto di analizzare questo quadro di Spadoni», ha detto Don Luigi Maria Epicoco, «all’inizio di questa serata, perché volevo che fosse l’incipit della mia riflessione. L’analisi delle sue opere sono sempre state molto significative per la mia vita. Quando l’arte intercetta qualcosa dentro di noi, stabilisce un legame di gratitudine che unisce fortemente all’autore. Questa opera per me costituisce  una chiave di lettura teologica,  perché occorre partire dalla luce per poter attraversare il buio. Quando c’è solo molta luce, questa ci acceca, così pure quando c’è solo buio, non vediamo nulla. Incominciamo a vedere quando la luce ed il buio si incontrano». E ancora: « La genialità di Elvis Spadoni è quella di tirare fuori qualcosa dalla luce, per mostrarcela. La luce rappresenta il divino. Tutti siamo abituati a pensare che si passa dal buio alla luce, dimenticando che é il contrario  di quello che ci racconta l’esperienza cristiana. E’ la luce che rende sopportabile il buio. Nel Vangelo prima si incontra il Tabor, ossia la trasfigurazione luminosa, poi il Golgota, ovvero la crocifissione. Gesù porta Pietro Giacomo e Giovanni a fare  un bagno di luce per vaccinarli e difenderli dal buio che sta per abbattersi su di loro, per l’imminente morte del Maestro. Possiamo affrontare le varie difficoltà della vita solo e soltanto se precedentemente abbiamo fatto un’esperienza di amore, altrimenti rimarremo schiacciati».

      Dio è Amore. Partendo da quanto ci ha detto l’apostolo Giovanni, ovvero che Dio è Luce, che Dio è Amore, sappiamo che Lui attraversa il nostro buio, declinato nei vari aspetti dolorosi dell’esperienza umana, portando la luce della Sua Redenzione. La vita spirituale non è un insieme  di pratiche, bensì la pazienza di ricollegare la luce con il buio della nostra esistenza. La vita spirituale non ci tiene lontani dalle crisi, ma ci insegna come si fa ad attraversarle. Una magnifica serata di spiritualità,  illuminata dalla straordinaria catechesi di don Luigi Maria Epicoco.

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