URBINO – Mercoledì 28 settembre la cattedrale, dopo circa un mese di chiusura, è stata riaperta al culto. Hanno reso ancor più lieto il momento i sacerdoti stranieri che assieme alle suore hanno concluso il periodo estivo di corso di italiano e da ottobre inizieranno a Roma gli studi di teologia. La celebrazione è stata ancor più solenne, in quanto il vescovo Giovanni ha avuto come ospite il cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, il dicastero della Santa Sede che dirige i rapporti con tutte le zone di missione del mondo. Così, nella loro ultima giornata di soggiorno, gli studenti e le studentesse salutando Urbino, hanno potuto dire un arrivederci anche alla cattedrale che è stata il luogo della celebrazione quotidiana fino al triste giorno del terremoto. Ora infatti la situazione della chiesa cattedrale è sotto controllo; le verifiche dei tecnici dell’Arcidiocesi (geom. Simone Balducci, ingegneri Diego Talozzi ed Elisa Palazzi) hanno accertato che non vi sono pericoli di crollo, e si è dunque optato per un monitoraggio del quadro fessurativo. Giovedì 22 settembre sono state tolte le transenne davanti alla scalinata e in piazza Duca Federico, mentre mercoledì 28, le porte della Chiesa si sono di nuovo aperte.
A livello precauzionale, trattandosi di edificio aperto al pubblico, è stata transennata una piccola zona della navata centrale immediatamente a ridosso dell’ingresso, dove erano caduti frammenti di intonaco; per il resto l’interno del duomo è totalmente praticabile. Sono stati effettuati anche degli interventi sempre a scopo precauzionale sulla facciata: è stata assicurata con funi di acciaio la statua sommitale che aveva subito un leggero spostamento dei blocchi di cui è composta; le volute d’angolo di due capitelli sono state anch’esse fissate ma in maniera quasi impercettibile dal basso. L’ultimo accorgimento è stato quello di puntellare l’arco del finestrone del transetto di sinistra, che dà sul vicolo tra duomo e palazzo ducale, i cui mattoni avevano dato alcuni segnali di instabilità. Ci saranno insomma degli interventi da fare, a medio termine, su vari settori del duomo, ma intanto possiamo tornare a frequentare quella che per tanti Urbinati è stata e deve continuare ad essere una seconda casa.
Giovanni Volponi