URBINO – A più riprese e con più organismi collegiali diocesani (Ritiri del clero, Consiglio Presbiterale Diocesano, Consiglio Pastorale Diocesano) mons. Arcivescovo in questo 2015 ha rivisto gli statuti che regolano la formazione e la composizione dei Consigli Pastorali Parrocchiali (CPP), ed ha stabilito che il giorno delle votazioni, in tutte le comunità dellArcidiocesi, sia in occasione delle messe festive di sabato 3 e domenica 4 ottobre prossimo. È unoccasione grande, quella che si apre per la nostra Chiesa di Urbino Urbania SantAngelo in Vado.
Il CPP vuole essere “il luogo dove i fedeli, soprattutto laici, possono esercitare il diritto-dovere loro proprio di esprimere il proprio pensiero… circa il bene della comunità cristiana parrocchiale…; in particolare è chiamato ad analizzare ed approfondire la situazione pastorale della parrocchia, elaborare linee per il cammino pastorale della parrocchia; offrire il proprio contributo in ordine alle attività del Consiglio Pastorale di Unità; avere attenzione a tutte le questioni pastorali della comunità”. In questi termini si esprime il Direttorio per i CPP approvato in Diocesi. Il numero dei membri che andranno a comporre i nuovi CPP variano di numero a seconda del numero dei fedeli che compongono la Parrocchia ed è diviso tra membri nominati dal parroco e membri effettivamente eletti dai fedeli, sulla base di una lista di candidati che dovrà essere esposta nella bacheca della chiesa parrocchiale per congruo tempo prima delle elezioni.
In parole più semplici, potremmo dire che la parrocchia non è del parroco; il parroco, al contrario, è al servizio della comunità e questo servizio pastorale e spirituale non può svolgerlo da solo: avrà bisogno del sostegno, della collaborazione, della corresponsabilità dei suoi parrocchiani. In virtù dello stesso battesimo, ogni cristiano deve sentire la necessità di impegnarsi per il bene della comunità.
La Costituzione dogmatica sulla Chiesa del Concilio Vaticano II (Lumen Gentium), a proposito dellimpegno di tutti i battezzati a servizio del Regno di Dio e del loro rapporto con i Pastori della Chiesa è, semplicemente, illuminante; afferma, infatti, al n° 37: «I pastori, da parte loro, riconoscano e promuovano la dignità e la responsabilità dei laici nella Chiesa; si servano volentieri del loro prudente consiglio, con fiducia affidino loro degli uffici in servizio della Chiesa e lascino loro libertà e margine di azione, anzi li incoraggino perché intraprendano delle opere anche di propria iniziativa. […] Da questi familiari rapporti tra i laici e i pastori si devono attendere molti vantaggi per la Chiesa: in questo modo infatti si afferma nei laici il senso della propria responsabilità, ne è favorito lo slancio e le loro forze più facilmente vengono associate all’opera dei pastori. E questi, aiutati dall’esperienza dei laici, possono giudicare con più chiarezza e opportunità sia in cose spirituali che temporali; e così tutta la Chiesa, forte di tutti i suoi membri, compie con maggiore efficacia la sua missione per la vita del mondo»
Ci aiuti il Signore a vivere sempre più la nostra appartenenza alla Chiesa.
Don Andreas Fassa