Nel Museo Internazionale della Ceramica di Faenza ha richiamato il mio interesse una coppa con spartito musicale realizzata negli anni trenta del sec. XVI a Casteldurante (oggi Urbania) dal rinomato ceramista di quel tempo Nicola Gabriele Sbraghe richiamato nella toponomastica come Pellipario.
Questa maiolica riporta uno spartito musicale dell’organista modenese Giacomo Fogliani che lo ha attinto dal libro di “Frottole” pubblicato a Venezia nel I507 dall’editore e inventore della stampa musicale Ottaviano Petrucci nato a Fossombrone.
Le ‘frottole’. Sono componimenti poetici di origine popolare e giullaresca in uso fin dai primi secoli della nostra letteratura (sec. XlV)intese a trattare materie religiose e didascaliche con intenti satirici e proverbiali.
Le frottole presero il nome di alcuni confetti perché questi ultimi, contenuti in coppe, venivano donati durante i matrimoni con strofe e sestine, tradizione che ha preso piede in Italia nel nel XV e XVI secolo con Francesco Petrarca, Farinata degli Uberti, Francesco di Vannozzo, Franco Sacchetti ed altri.
Le composizioni delle frottole erano scritte per lo più a quattrc voci, in stile,con andamenti melodici; fiorirono alla corte di Mantova e si diffusero nelle corti italiane centro settentrionali. La loro naturalezza contribuì alla fioritura del madrigale cinquecentesco.
Nel metaurense. L’esaltazione dell’arte della musica si attiva nel territorio metaurense con le ‘Istorie’ di miti e versi poetici presenti talvolta nel retro dei piatti, scritti dagli stessi ceramisti o da autori come il Petrarca. Il piatto o il vaso diventano così i contenitori di un microcosmo evocativo e interdisciplinare dei fatti da narrare. Gli spartiti cdn. arie seri tte trovarono riscontro nel secolo XVIII nei Paesi Bassi e soprattutto in Francia con la ceramica musicale
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