Ad accogliere il Vescovo Andreozzi le parole del Prefetto di Pesaro Urbino Emanuela Saveria Greco e del Sindaco di Fano Massimo Seri. “Eccellenza – ha esordito il Sindaco Seri – benvenuto nella Diocesi, benvenuto a Fano, dalle antiche origini romane e dall’importante storia medievale, città di mare, di arte e di turismo, di belle persone vivaci e generose, accogliente. La sua è un’eredità impegnativa, quella di guidare la nostra Diocesi, in tempi che non sono facili riguardo la vita spirituale, ma, da sindaco, glielo sposso garantire non sono facili neppure per quanto riguarda la vita civile. Fano è molto cambiata in questi anni, come sono cambiati i tempi in cui viviamo. Le recenti crisi congiunturali, la pandemia prima la guerra poi, hanno profondamente trasformato le persone che oggi sono scettiche, insicure, insoddisfatte. Eppure Fano in questi anni ha dimostrato che l’unione fa la forza, che se si resta uniti si possono affrontare meglio anche le situazioni più dure. In questa città c’è la più alta percentuale di volontari di tutta la regione e non è un elemento di poco conto. Sarà mia cura presentarle le associazioni di volontariato con cui poi prenderà contatto perché solo così potrà comprendere che forte energia c’è nel campo sociale e associativo. Con il suo modo di presentarsi, attraverso le parole spese, umile e profondo, sarà sicuramente un pastore, un riferimento per tutti noi”. Il Prefetto di Pesaro Urbino ha chiesto al Vescovo Andreozzi un sostegno per affrontare un fenomeno in crescita che richiede un impegno condiviso: accoglienza dei migranti. “Si parla sempre più spesso e, a volte, in modo freddo e statistico, di flussi migratori che interessano la nostra nazione. Si dovrebbe parlare di uomini, donne, bambini, adolescenti che lasciano quel poco che hanno, che rischiano la propria vita per una possibilità di vita diversa, di vita normale. Spesso sento la parola accoglienza usata a gran voce e poi, nella realtà, nessuno vuole questi esseri umani. Dovremmo tutti impegnarci a dare più senso alle parole, a far sì che diventino azioni concrete. Lei, parlando si sé, si è augurato di avere una certa dinamicità nel fare e questo operato la accomuna al caro don Armando. A lei mi rivolgo, affinchè con la sua azione pastorale contribuisca ad abbattere il muro dell’ipocrisia e a far emergere quella umanità che deve contraddistinguere la nostra vita”.
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