Tante coppie della nostra Diocesi, in cammino verso il Matrimonio, hanno accolto l’invito dell’Ufficio Diocesano di Pastorale Familiare, diretto da Carlo Berloni e da sua moglie Nicoletta, a ritrovarsi insieme, domenica 7 maggio a Villa Bassa Prelato, con il Vescovo Armando per un momento di confronto e di riflessione.
Vocazione. “Amore e matrimonio – ha sottolineato il Vescovo – sono una vera e propria uscita, un’estasi. E la parola allude allo star fuori. Fuori di se stessi. All’origine del vostro mettervi insieme, prima ancora che la vostra volontà di condividere la vita a due, c’è l’iniziativa di Dio, una vera e propria vocazione: è Dio che vi chiama a lasciare ognuno la propria casa per diventare una cosa sola. L’altro non è uno che colma il mio bisogno, ma uno a cui io decido di donarmi”.
Per sempre. Il Vescovo si è, poi, soffermato sul valore del “per sempre”. “Per quanto il per sempre attragga, è anche vero che esso spaventa. Quanto state per compiere non è un impegno che è possibile portare avanti da soli. Solo la grazia di Cristo, la forza che viene dalla sua presenza nella vostra vita fa sì che il vostro non sia un amore di convenienza né a tempo determinato o limitato ai vostri gusti e alle vostre attese. Non basta decidere di accogliersi. E’ necessaria questa motivazione: con la grazia di Cristo. Ciò che motiva questa scelta è l’amore. E l’amore non è cieco. Non è vero che l’amore è cieco, perché l’amore sa vedere dove l’interesse, l’egoismo, non riesce a scorgere nulla. Questo tipo di amore ha un’unica misura: il bisogno dell’amato. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che giurandovi fedeltà reciproca voi vi mettete nella disponibilità a vivere ed affrontare insieme non solo i momenti in cui tutto procede liscio e in cui forse è anche bello stare insieme, ma vi ponete nella disponibilità ad affrontare e superare insieme anche i momenti di prova. Tanto grande è l’impegno che vi assumete nel matrimonio che non è dato tornare indietro. E’ un impegno preso per sempre, perché da sempre e per sempre è l’amore che ci ha chiamati a rimanere in lui. O l’amore porta con sé il carattere della definitività, del per sempre, o non è amore – ha sottolineato il Vescovo – Proprio perché gratuito, l’amore di un uomo e una donna sarà anche “fedele”. Esso non si limita nel tempo né ad alcune condizioni, ma progetta il “sempre” e il “comunque”, “nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia”. Una coppia, una famiglia sono immagine della comunione trinitaria quando, al suo interno, ciascuno si sente impegnato a non ritirare il proprio affetto e la propria cura nemmeno quando l’altro sbaglia, tradisce o fa del male. La fedeltà si mostra: nel perdono più forte dell’offesa nel bene più forte del male nell’amore davvero più vitale di tutto ciò che mortifica, a immagine dell’amore di Cristo, che è morto per noi “mentre eravamo ancora peccatori”” (Rm 5,8).
Festa. Il pomeriggio è, poi, proseguito con la Santa Messa celebrata dal Vicario Generale don Marco Presciutti e con un momento di festa.
Il testo integrale della riflessione del Vescovo Armando è on line sul sito www.fanodiocesi.it