Ha preso avvio sabato 18 febbraio la XX edizione della Scuola di Pace “Carlo Urbani” con due appuntamenti che hanno affrontato da due diversi punti di vista l’evoluzione del pensiero contemporaneo sulla pace e sull’uso delle armi. Il Vescovo ha, in questa occasione, rivolto l’invito a continuare ad “entrare dentro gli argomenti, oltre l’apparenza, ed essere vigili sui problemi del mondo”. Il primo appuntamento ha affrontato le ragioni e le strade percorribili per realizzare una difesa non armata e nonviolenta insieme a Giorgio Beretta, esperto di commercio internazionale di armi e membro dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere di Brescia, e Laila Simoncelli, avvocato e membro dell’Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII. Risulta quindi evidente che se davanti a un conflitto l’unica cosa che una società conosce è rispondere con le armi, la guerra continuerà ad essere l’unica risposta ritenuta possibile, non conoscendo alternative. L’incontro ha esplorato proprio le proposte della Campagna nazionale “Un’altra difesa è possibile”: l’attivazione del dipartimento per la difesa civile non armata e nonviolenta, istituito negli anni ‘90, i corpi civili di pace e la creazione di un Ministero per la Pace che si dedichi ad organizzare la pace, partendo dal presupposto che la difesa non armata assolve a quanto disposto dall’art. 52 della Costituzione riguardo la difesa della patria. Sabato 25 febbraio si è invece tenuto il secondo appuntamento dedicato al 60° anniversario della pubblicazione dell’enciclica Pacem in terris, che ha approfondito il pensiero della Chiesa riguardo al tema della pace, con particolare riferimento alla sua evoluzione nella storia, dalla chiesa dei primi secoli fino ai giorni nostri.
A guidare la riflessione la professoressa Maria Bianco, membro del coordinamento delle teologhe italiane e collaboratrice dell’università Gregoriana a Roma, che, nel suo intervento, ha sottolineato i principali cambiamenti portati dal documento non solo rispetto alla riflessione sulla guerra, ma anche nei confronti del ruolo della donna in rapporto al lavoro sulla pace, e in particolare sul tema del disarmo, e della stretta connessione tra il raggiungimento della pace e lo sviluppo integrale dei popoli. Un pensiero che viene oggi confermato nella Fratelli tutti da papa Francesco che ci ricorda che il progresso sfrenato in nome del neoliberismo in questi ultimi 40 anni ha creato il sistema nel quale ci troviamo coinvolti.