L’oratorio della SS.ma Trinità del bel centro ospita le reliquie del santo patrono degli innamorati grazie all’interessamento dell’abate Gaspare Fabrini, proprio di Sassocorvaro
Sassocorvaro, antico borgo che sorge nella Valle del Foglia, a ridosso del lago di Mercatale, costruito intorno alla Rocca Ubaldinesca su progetto dell’architetto Francesco di Giorgio Martini, per volere di Ottaviano Ubaldini della Carda, amico del Duca Federico da Montefeltro. Nella Seconda Guerra Mondiale il Soprintendente alla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, Pasquale Rotondi, scelse la Rocca per tutelare e conservare dai bombardamenti e dalle razzie migliaia di capolavori di artisti tra i quali Raffaello, Piero della Francesca, Carlo Crivelli, Tiziano, Lorenzo Lotto, Andrea Mantegna solo per citarne alcuni.
Resti santi. Forse non tutti sanno che alcune reliquie di San Valentino (il cranio e alcune ossa), sono conservate all’interno dell’Oratorio della SS.Trinità, in un’urna nera di legno con tanto di sigilli e cornice d’oro. Come sono arrivate a Sassocorvaro? Gaspare Fabrini abate sassocorvarese, personaggio eminente nella Roma pontificia donò le reliquie che provengono dalla catacomba di Calepodio cimitero romano all’Oratorio della Santissima Trinità, un vero tesoro: circa 1500 reliquie e, tra queste, anche quelle di San Valentino. L’Oratorio fu fatto costruire dall’Abate Fabrini nel 1722 dopo il regolare permesso di Mons. Castelli, aperto al culto e consacrato il 3 maggio 1743: il tutto documentato da certificati e sigilli da un inventario notarile conservato nella diocesi di Urbania, del 1727. La reliquia di San Valentino è tutt’ora presente nell’oratorio di Sassocorvaro; delle altre reliquie non si ha traccia, probabilmente a causa di importanti movimenti tellurici.
Il Tempietto. L’Oratorio Santissima Trinità fu restaurato nel 1880 e riaperto al culto e alla venerazione della preziosa reliquia e i fedeli arrivavano percorrendo la Porta delle Coste: antico ingresso con arco a sesto acuto per implorare la protezione del Santo. Nel piccolo borgo, è tradizione che gli innamorati scrivono lettere che vengono messe nella teca, per poi essere lette il giorno del 14 febbraio, dove tutto il paese si riunisce per far festa e venerare San Valentino. La piccola chiesa costruita in mattoni, in stile neoclassico, è inquadrata da due paraste, realizzate con diversi tipi di mattone, e termina con un timpano pronunciato; sul lato sinistro si alza un piccolo arco in mattoni che funge da campanile. Il portale della chiesa, così come la finestra, sono incorniciati da mattoni a vista. L’interno è a pianta ovale, con lesene sormontate da capitelli e da un cornicione che si interrompe in corrispondenza dell’altare dove un arco a tutto sesto racchiude l’altare con il reliquiario contenente i resti di San Valentino. Tradizione popolare, folclore, credenze religiose vengono trasmesse nel tempo da usanze e comunicazioni orali come un insieme di simboli, riti e valori che fanno parte della nostra società e non si perdono nel corso di una generazione, ma proseguono nel tempo per poi essere trasmessi alle generazioni successive.