Ricordi popolari del periodo glorioso di Castel Durante. Così negli anni quaranta continuava la tradizione del gusto per la ceramica e per addobbare di ricordi le case di Urbania. Oltre agli ultimi vasai come il mitico Patachin, Ubaldo Letizia, a Urbania si ricordano vari pittori come Cesare Marchionni detto Turel, (1881-1953) cui potrebbe essere attribuito questo piatto in biscotto, dipinto a freddo, in cui è raffigurato un giovane durantino con cappello e vestito rinascimentale, entro una cornice floreale.
Gli amici del Bramante di Urbania non mollano! Anche quest’anno hanno allestito un presepe all’interno del Tempietto che la tradizione vuole del grande architetto. L’associazione bramantesca da molti anni ha contribuito a ridare anima al sacello che, semi distrutto dalla guerra e abbandonato, piano piano fu riaperto, sistemando sull’altare una grande ceramica dedicata alla Madonna. Si dovrebbero fare i lavori per la sistemazione del tetto che teme una invernata di neve, sperando anche in qualche aiuto finanziario.
Questo tempo che ci incalza in ogni momento: non faccio in tempo, ho poco tempo, sarò in tempo? È una situazione costante e queste preoccupazioni ci ricorrono durante il giorno senza tregua in italiano e in latino come ‘tempore belli’, ‘tempus fugit’. Nei primi secoli del Cristianesimo, nel 400, Sant’Agostino nel libro tredicesimo delle sue Confessioni giunge alla conclusione filosofica che Dio non è nel tempo, il tempo non ha realtà, è un atto psichico, una distensione dell’animo costituita da tre inesistenze: il passato che non è più, Il futuro che non è ancora e il presente che, per piccolo che sia, è sempre fatto di passato e di futuro. Reale è solo l’eterno che noi possiamo immaginare come un continuo presente: e Dio è nell’eternità.