Sabato 15 ottobre, alle 21, il seminarista Marco Rulli sarà ordinato diacono presso la parrocchia Santa Maria della Misericordia in Cartoceto. A poco meno di un mese dalla sua ordinazione diaconale lo abbiamo intervistato per conoscere come sta vivendo questo momento così importante per la sua crescita umana e spirituale.
Marco, il 15 ottobre la tua ordinazione diaconale, un altro passo importante verso il sacerdozio. Quali sono i tuoi sentimenti, i tuoi pensieri a circa un mese da questa data?
Da una parte c’è la gioia e la trepidazione per un appuntamento atteso tanto a lungo, un momento fondamentale della mia vita davanti al quale provo uno stupore misto quasi a incredulità. Dall’altra c’è un po’ di timore davanti alla grandezza del dono che mi accingo a ricevere, e che mi chiede di fare più che mai “sul serio”. Certamente desidero vivere questo momento di passaggio con una consapevolezza piena, gustandone la bellezza senza lasciarmi troppo distrarre dalle incombenze organizzative.
Hai partecipato a tanti campi vocazionali, animandoli sempre con la tua immancabile chitarra: come è nata la tua vocazione?
In un certo senso si può dire che da sempre nella mia vita ha aleggiato il pensiero di diventare prete, ma c’è stato un momento particolare in cui questo desiderio si è fatto sentire in modo forte e distinto: il pellegrinaggio dei giovani della nostra diocesi in Terra Santa, nei giorni a ridosso tra il 2013 e il 2014. In quell’occasione, visitando i luoghi in cui Gesù è passato, ho potuto toccare con mano i segni della sua presenza nella storia, e questo ha dato alla mia fede una consistenza nuova, più profonda, facendomi sperimentare una grandissima gioia. Anche la possibilità di trascorrere del tempo con il vescovo e i preti che ci accompagnavano nel pellegrinaggio è stata per me significativa, perché mi ha fatto gustare l’ordinarietà della vita dei sacerdoti, persone “normali” con cui poter condividere un cammino di fede, e non figure distanti e inarrivabili da guardare quasi con timore reverenziale. È così che si è fatta per me chiara la chiamata a servire il Signore nella forma del ministero ordinato.
Il diacono ci ricorda che tutti, nella Chiesa, siamo chiamati a metterci al servizio. Qual è il servizio che senti più vicino al tuo cuore?
Penso che il servizio consista innanzi tutto nel mettersi a disposizione, per venire incontro a ciò che di volta in volta le necessità della Chiesa e dei fratelli richiedono. In questi anni il Signore mi ha riservato tante sorprese, facendomi sperimentare la gioia del servizio proprio là dove inizialmente avvertivo maggiori resistenze e senso di inadeguatezza. Quasi sempre, quando mi sono messo a disposizione, ho incontrato Gesù proprio là non pensavo di trovarlo, o dove pensavo di dover essere io a portarlo. Un’esperienza di servizio che mi è rimasta particolarmente nel cuore è stata, durante il mio ministero di accolito, quella di portare la Comunione ad alcuni anziani e ammalati. La loro fede genuina e la grande dignità con cui si accostavano al sacramento dell’Eucaristia è stata per me un grande insegnamento, che mi ha confermato nel mio desiderio di vivere una vita sempre più eucaristica.