La “Libraria” dell’ultimo duca di Urbino, Francesco Maria II della Rovere (1549-1631) contava circa 13.000 volumi tra manoscritti e libri a stampa. Tale patrimonio bibliografico era suddiviso in 70 Scansie di cui la 50, intitolata alle Artes variae, è stata oggetto di uno studio bibliografico da parte di Fiammetta Sabba e di una sistematica ricognizione iconografica nell’ambito del progetto universitario “Immaginare i saperi” coordinato da Massimo Moretti. Da sottolineare in questa occasione che la “Libraria” rappresenta un patrimonio ineguagliabile e prezioso grazie soprattutto agli oltre 900 manoscritti della Biblioteca di Federico da Montefeltro, Duca di Urbino (1422-1482), che costituisce una delle più celebri collezione manoscritte del Quattrocento Essa ci è giunta
praticamente intatta ed è attualmente conservata presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, dove costituisce la parte principale dei Fondi Urbinati (Latini, Greci ed Ebraici). La fama di questa biblioteca è legata alla eccezionale bellezza dei suoi manoscritti, tutti miniati elegantissimamente; essa è stata creata in stretta correlazione con la storia personale e politica di Federico da Montefeltro, che l’ha concepita e commissionata al pari di una complessa opera d’arte.
Di GDL