Conclusa con grande successo l’VIII edizione di “UNInCANTO”, la rassegna di cori universitari italiani organizzata dal “Coro 1506” col sostegno dell’ateneo “Carlo Bo”.
Si è svolta il 14 e 15 maggio scorsi l’VIII edizione di “UNInCANTO”, rassegna di cori universitari italiani organizzata dal Coro 1506 con il sostegno attivo dell’Università degli Studi di Urbino ‘Carlo Bo’. Vi hanno partecipato cori dalle università di Firenze, Modena-Reggio Emilia, Napoli, Potenza, Reggio Calabria, Udine.
Apertura. La manifestazione si è aperta nell’aula magna del polo scientifico-didattico ‘P. Volponi’. La giunta comunale era rappresentata dall’assessore Massimo Guidi. È seguita la lezione-concerto del musicologo Giovanni Bietti, che ha parlato del legame fra natura e musica, tema portante dell’intera manifestazione. Eseguendo vari brani musicali, il maestro ha descritto con brio e competenza l’evoluzione dell’utilizzo dei suoni della natura nelle composizioni musicali dal 1500 al 1900. Nella sera di sabato 14 maggio, in piazza Duca Federico, i cori hanno partecipato alla competizione goliardica “La Feluca d’oro”, che si è conclusa con l’assegnazione del premio, da parte di una giuria di studenti, al coro di Firenze. La Feluca è il cappello dei goliardi universitari, che edizione dopo edizione viaggia fra i cori vincitori che la portano con sé, ‘esportando’ una parte di Urbino nelle università italiane.
Novità. Domenica 15 maggio si sono tenuti dei concerti itineranti per le piazze cittadine e nel cortile d’onore di Palazzo Ducale. Durante il tragitto da una piazza all’altra, è stata molto apprezzata l’idea avuta dagli organizzatori di far precedere il corteo dal suono del flauto del M° Luca Guidotti. Nel pomeriggio, i cori si sono esibiti nel cortile del Collegio Raffaello presentando brani legati al tema della manifestazione. Il programma è stato denso e i cori si sono alternati con entusiasmo, esprimendo al meglio la propria sensibilità. Al termine, i cori si sono esibiti insieme, riunendo circa 280 coristi diretti dal M° Augusta Sammarini del “Coro 1506”, e hanno eseguito il brano “Earth Song” di Frank Ticheli, che inneggia alla Terra e alla pace. Anche l’Istituto Superiore delle Industrie Artistiche (ISIA) di Urbino è stato coinvolto, come negli anni passati, e i suoi studenti hanno realizzato una meravigliosa performance di live painting durante il concerto finale. Infine, tutti i coristi sono usciti in piazza della Repubblica per intonare, in un inatteso flash mob, il Gaudeamus Igitur, l’inno tradizionale dei cori universitari. Coristi e turisti hanno seguito la manifestazione in un clima di entusiasmo e contemplazione per la bellezza degli scorci e dei vicoli della città ducale.
Bilancio. Qual è il bilancio della manifestazione? La prima considerazione riguarda l’intensità delle relazioni che si vengono a creare all’interno di ogni coro e fra i cori partecipanti. È un legame di amicizia che passa attraverso l’amore per la musica e le emozioni che essa dona, passato anche tramite la fitta condivisione social che ha preceduto l’evento e che ha coinvolto tutti i cori partecipanti a “UNInCANTO”. A questo si aggiunge lo scambio di culture ed esperienze tra persone provenienti da luoghi diversi, ognuno con le sue peculiarità musicali. Su questi due aspetti si innesta una solida crescita umana e musicale. La seconda considerazione riguarda il valore di “UNInCANTO” per la città di Urbino. L’amministrazione comunale può considerare questa manifestazione come una delle più riuscite e gradite nel programma annuale, un credito da presentare quando si candida Urbino a riconoscimenti nazionali ed europei. La collaborazione fra città, Università e ISIA dimostra il fervido clima culturale di Urbino. La terza considerazione riguarda il legame con il territorio. Parte dei brani presentati dal “Coro 1506” risalgono al Rinascimento e valorizzano quel periodo del quale la nostra città è un gioiello indiscusso.
In conclusione, “UNInCANTO” è una manifestazione da tenere viva e sostenere affinché la cultura musicale e l’immagine della nostra città siano sempre più fresche e vive tra le nuove generazioni che vengono a formarvisi.
Di Paolo Ninfali