Rievocazione storica. Carneade chi era costui? Si chiedeva il buon don Abbondio di manzoniana memoria. Lo si potrebbe ripetere per il cardinal Bessarione questo illustre personaggio che ve lo immaginate venire da Gubbio assieme a Federico da Montefeltro portando con lui la preziosa reliquia dell’omero di San Cristoforo. Ma questo fatto secondario nasconderebbe l’importanza del personaggio. Non finirò mai di proclamare l’importanza del sacerdote Enrico Rossi come storico: “Memorie ecclesiastiche di Urbania 1936 e della Diocesi di Urbania 1938”. Che per inciso meriterebbero di essere ripubblicate. “Nato in Armenia a Trebisonda nel 1395, prima fu religioso Basiliano poi Monaco nel Peloponneso. Quando nel 1433 l’imperatore Giovanni Paleologo concepì il disegno di riunire la chiesa orientale a quella occidentale, trasse il Bessarione dal suo ritiro, nominandolo vescovo di Nicea e seco lo condusse in Italia precisamente a Firenze. Ivi il pontefice lo nominò cardinale e Pio II gli conferì il patriarcato di Costantinopoli. Nel 1445 gli giunse la nomina di commendatario della Badia durantina”. In questo momento il cardinale prese a cuore l’abbazia di San Cristoforo per la sua sussistenza materiale e spirituale, come da numerose lettere e documenti di archivio riportati da don Enrico. Oggi la comunità sta studiando la rievocazione storica in costume del fatto nei prossimi mesi, e con un convegno scientifico.
Cristoforo e Tele 2000. San Cristoforo che porta il Bambino e il mondo, è come Amato Tontini che regge sulla spalla la pesante macchina da presa nelle occasioni piccole e grandi del nostro territorio urbinate e marchigiano. Un giorno eravamo di fronte al collegio Pascoli, e Tontini mi raccontava di esserne stato alunno della scuola media senza particolari importanti, ma con una certa soddisfazione.